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Ottime le previsioni per la vendemmia 2005. Le stime di Unione italiana vini e Ismea … A settembre ci attende un'ottima vendemmia: lo dicono l'Unione Italiana Vini e l'Ismea, che anticipano le prime previsioni sul raccolto 2005. Lo stato dei vigneti italiani lascia infatti prevedere fin d'ora un buon raccolto, pur con l'incognita delle condizioni meteo delle
prossime settimane, con una produzione di vino che dovrebbe
attestarsi sui volumi del 2004, annata che ha segnato il ritorno
alla normalità dopo il crollo produttivo del 2002 e 2003.

Spiega Andrea Sartori, presidente dell'Unione Italiana Vini: "La
previsione sopraggiunge in un momento delicato per il mercato, segnato dai continui ribassi dei prezzi e ancora in attesa di conoscere gli esiti della richiesta di una distillazione di crisi per l'Italia, che consentirebbe a molte cantine di liberare gli spazi necessari per stoccare la nuova produzione Del resto si tratta di un problema comune a tutto il mercato vitivinicolo mondiale, contrassegnato da forti eccedenze di prodotto. E' importante in questa fase mantenere i nervi saldi e fare "sistema", per evitare ulteriori diminuzioni dei prezzi che sarebbero dannose per tutti".

In Italia i timori di siccità legati al caldo asciutto di giugno
sono stati allontanati dalle piogge diffuse e dalle temperature
non altissime d'inizio luglio. L'inverno molto lungo e piovoso ha
consentito ai vigneti, in particolare a quelli del Mezzogiorno,
di arrivare all'estate con buone riserve idriche, e ideale è
anche la situazione fitosanitaria. "Sul territorio nazionale -
sottolinea il presidente dell'Ismea, Arturo Semerari - la
situazione resta comunque differenziata: per quanto riguarda il Piemonte, al freddo della tarda primavera è imputabile la perdita di almeno il 10% dei grappoli di Nebbiolo, prima varietà a germogliare nelle Langhe-Roero.

Dunque le disponibilità legate a questo vitigno potrebbero essere leggermente più scarse del 2004, anche se nel complesso la produzione della regione dovrebbe
confermare i volumi dello scorso anno. In Lombardia lo stato
vegetativo dei vigneti è molto buono ovunque, grazie a una
disponibilità idrica ottimale che ha permesso alla pianta di
sopportare bene l'ondata di caldo di giugno. Nel complesso la
produzione della regione è prevista meno abbondante dello scorso anno".

Dopo i volumi record del 2004 - prosegue l'indagine Ismea-Uiv - anche i vigneti del Veneto lasciano presagire una flessione del raccolto, che per varietà quali il Cabernet è apparso evidente fin dalla fase della germogliazione. Cali anche in Friuli e in Trentino. In Toscana la situazione è in generale molto buona, con uve sane e vigne leggermente più avanti rispetto all'anno passato. Dovrebbe riproporre i volumi dello scorso anno la vendemmia nelle Marche, dove grandinate a macchia di leopardo hanno colpito l'area del Verdicchio e del Rosso Piceno, con effetti comunque circoscritti. Grandine anche nella zona dei Castelli del Lazio, ma all'inizio di giugno, quando la fase vegetativa della vite non era ancora molto avanzata. A causa di
un inverno protrattosi più del solito, il ciclo vegetativo è
partito infatti con un ritardo di una o due settimane,
recuperando in seguito quasi completamente grazie al bel tempo. In Puglia le viti appaiono sane e lasciano presagire un aumento del raccolto rispetto alla scorsa annata. Stessa tendenza in Calabria, Molise e Sicilia. In quest'ultima regione, ma anche in Sardegna, le abbondanti piogge invernali e primaverili hanno permesso il formarsi di una buona riserva idrica con la quale affrontare l'estate. In ogni caso in Sardegna la produzione confermerebbe i volumi del 2004.


Vendemmia 2005, i commenti degli enologi. Minore produzione sul 2004 e un certo ottimismo su qualità … A luglio le previsioni sulla vendemmia devono essere prese con le molle, poiché è impossibile, ad oggi, definire con precisione gli esiti del raccolto 2005. Tuttavia, l'esperienza di alcuni dei più importanti nomi dell'enologia italiana, che www.winenews.it ha contattato, rappresenta un
solido punto di partenza per cominciare a tratteggiare, almeno
nelle sue linee generali, quella che "sarà" la vendemmia 2005.
Per Attilio Pagli, enologo co-fondatore insieme ad Alberto
Antonimi del gruppo Matura, una delle organizzazioni più
importanti d'Italia per la consulenza enologica - "ad oggi la
situazione è molto buona. L'andamento climatico è favorevole con notti sostanzialmente fresche e giornate senza calura eccessiva. La produzione sarà inferiore a quella dell'annata passata - continua Pagli - e soprattutto mi sembra che, da nord a sud, quella del 2005 potrebbe rivelarsi un'annata di grande equilibrio generalizzato, che da molto tempo mancava alla nostra esperienza".

D'accordo sulla riduzione quantitativa anche Carlo Ferrini,
enologo toscano pluripremiato dalle guide: "Quella del 2005 si
prepara ad essere una vendemmia con un giusto quantitativo di uve, il che potrà soddisfare sia le tasche dei produttori sia le
teste degli enologi. Mi sembra - continua Ferrini - che l'annata
2005 abbia un andamento molto regolare dal Trentino alla Sicilia, con un'invaiatura in epoca normale e una pressoché totale assenza di attacchi gravi delle malattie della vite. Più o meno, a parità di periodo, mi sembra meglio dell'annata 2004 e sono contento - conclude l'enologo toscano - Non saprei trovare al momento un particolare difetto a quest'annata".

Più prudente il giudizio di Lorenzo Landi, enologo del gruppo
Saiagricola e consulente in molte aziende di rilievo del panorama enologico italiano: "A parità di periodo siamo meno indietro rispetto al 2004, ma comunque anche quella del 2005 dovrebbe essere una vendemmia non precoce e questo è un dato positivo. Anche la quantità dovrebbe essere mediamente inferiore a quella prodotta dalla vendemmia 2004, ma c'è un aspetto che mi preoccupa - continua Landi - l'ingrossamento degli acini, che le abbondanti piogge e le nevicate di quest'inverno hanno favorito. Se le vigne andranno in stress idrico, diciamo fino al 20-25 agosto, e poi settembre sarà bello, sarà una grande annata, ma se piove alla fine di luglio, come peraltro potrebbe succedere, bisogna essere un po' più cauti nei giudizi sulla effettiva qualità dell'annata". Per Renzo Cotarella, direttore della produzione Antinori: "Rispetto al clima i dati coincidono con quelli delle annate 1999 e 2001, e lo stato d'avanzamento vegetativo è più regolare di quello della passata annata, con un potenziale produttivo inferiore. Quello che è possibile dire a questo punto - conclude Cotarella - è che l'annata 2005, ad oggi, si posiziona in un range medio-buono". Ad oggi, comunque, l'andamento climatico è stato da manuale, tanto da ricordare quello di un'annata straordinaria come la 2001. Nel centro-sud della penisola, le eccezionali escursioni termiche giorno-notte garantiscono un'annata più che promettente.

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