Non è facile scegliere tra “ieri, oggi e domani” quando nel calice ruota il Solengo - prima annata 1995 - il Super Tuscan ilcinese di Argiano celebrato per i suoi 30 anni con una verticale di 5 annate: 2023, 2021, 2019, 2018, 2002. Figlio di Giacomo Tachis, vino storico e moderno al tempo stesso, il Solengo si aggiorna senza tradire se stesso. La “neonata” 2023, segna un cambiamento: non più Merlot nel blend - penalizzato dall’aumento delle temperature - ma Cabernet Franc. Inoltre, precisa Bernardino Sani, enologo e a.d. di Argiano “abbiamo usato legni diversi per esaltare le note più fruttate, più fresche e un’estrazione minore adeguata all’annata”. È fruttato e speziato al naso, morbido e fresco al sorso e dal finale sapido, va atteso. La 2021, a 4 anni dalla vendemmia, ha già una bella evoluzione, trama tannica fitta, belle note sapide e ancora un grande potenziale di invecchiamento. La generosa 2019 è estremamente gradevole, con tanta complessità al naso e sorso “largo”. L’immaginario del Solengo si fa corpo liquido nella 2018, annata fresca ed estrazione leggera, se non all’apice quasi pronta, da godere senza indugiare ancora a lungo: note balsamiche, di pelle, bocca integrata, complesso. La 2002 - annata di piogge in vendemmia - considerata un miracolo (l’ultimo ad Argiano) di Tachis - non accusa gli anni: li valorizza pur scivolando in una perdita di identità territoriale. È un gran buon bere.
(Clementina Palese)
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