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Avvenire

Il fondo Clessidra dà vita al polo del vino Argea … Un fatturato stimato nel 2022 di circa 440 milioni, che dovranno diventare 550 nel 2025 per mezzo di investimenti per almeno 50 milioni con forti ricadute anche sulle comunità locali oltre che sull’occupazione. E uno dei tratti caratteristici di Argea, il nuovo gruppo vitivinicolo italiano nato dall’iniziativa di un fondo di investimento (Clessidra) e di due aziende già presenti nel settore (Botter e Gruppo Mondodelvino), con un obiettivo preciso: affrontare la “sfida dimensionale per competere sui mercati internazionali e per portare la qualità del vino italiano nel mondo”. Il progetto è stato presentato ieri a Milano a partire dal significato del nome stesso dato al gruppo: Argea, sintesi tra “Ar” di arte e “Gea” di terra, a significare l’insieme complesso e inimitabile della produzione enologica nazionale. Dietro, tuttavia, un preciso calcolo economico che si basa sui numeri di oggi e sulle previsioni da qui in avanti. Argea conta sei siti di produzione distribuiti dalla Romagna al Piemonte al Veneto e numerose filiere coinvolte nel progetto provenienti anche da Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Puglia e Sicilia. Il gruppo produce per il 90% circa bottiglie ed esporta il 95% della produzione. Proprio l’espansione sul mercato mondiale è il grande traguardo di Argea che oggi vende per 103 milioni di euro negli Usa con l’obiettivo di arrivare a 145, per 106 milioni nell’Europa centrale e per 16 in Asia considerato un mercato complesso ma promettente. Dalla sua il gruppo ha un portafoglio di marchi e di cantine che copre un'ampia porzione dell’offerta divini italiani conosciuti nel mondo per la loro tipicità dal Barbera, Nebbiolo e Moscato per il Piemonte, Sangiovese e Trebbiano per la Romagna, Prosecco e Pinot Grigio per il Veneto, Primitivo per la Puglia, Montepulciano d’Abruzzo, Nero d’Avola per la Sicilia. Forte attenzione, come si è detto, anche ai risvolti etici e ambientali confermati da Massimo Romani, amministratore delegato diArgea, che ieri ha dichiarato: “Vogliamo rappresentare una grande opportunità per il vino italiano e per l’intero comparto enologico sui mercati mondiali. Tramite il nostro piano industriale puntiamo a uno sviluppo etico e sostenibile”.

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