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LA GRIFFE

Bollinger Champagne Rosé

Su i Quaderni di WineNews
Vendemmia: 2006
Uvaggio: Pinot Noir, Chardonnay
Bottiglie prodotte: 20.000
Prezzo allo scaffale: € 90,00 - 95,00
Proprietà: Bollinger
Enologo: Gilles Descôtes

Il lancio ufficiale del distributore per l’Italia Meregalli di questo Champagne è avvenuto a fine settembre. Si tratta di una etichetta molto speciale, il Rosé 2006, proposto esclusivamente come Limited Edition. È solo la terza volta che succede una cosa del genere (dopo 2003 by Bollinger e Spectre 2009), ma è la prima volta che accade con un rosé. Si tratta di una cuvée millesimata che esula dai classici della gamma Bollinger e che “riassume”, diciamo, le caratteristiche del millesimo in questione (annata prima molto fredda e poi molto calda), visto che la Maison con sede ad Aÿ, non ha prodotto La Grande Année 2006 (cioè il “bianco”, né tanto meno La Grande Année Rosé). Evidentemente la vendemmia 2006 non deve aver convinto del tutto a causa di un andamento climatico atipico e dai forti contrasti. Non avendo quindi il suo equivalente in bianco, il 2006 diventa per Bollinger l’unico “rappresentante” millesimato di questa annata, una decisione coraggiosa, degna soltanto dei grandi produttori e inusuale, considerata l’opinione (pessima) che la stessa Madame Bollinger aveva dello Champagne rosé. Vista la non facile annata, il vino è ottenuto a partire dalle uve di soli 9 Cru (Grand e Premier), poi fermentate in legno come tradizione della Maison e, infine, aggiunte di vino rosso da Pinot Noir del vigneto Côte aux Enfants, prima del tiraggio e di ben 10 anni sui lieviti. Per questo Rosé 2006, è stato poi effettuato un dosaggio di 6 g/l. Insomma per dirla alla francese, la 2006 in rosa di Bollinger è “une petite Grande Année” godibile già da ora e che svela un lato inedito dello stile di questa importante Maison. Il colore è veramente brillante e di bella trasparenza. Il bagaglio aromatico è denso e fitto, come ci si aspetterebbe da un’annata calda, ma, allo stesso tempo, incrocia un’esuberante freschezza, fatta di note agrumate e ricordi ferrosi e rocciosi. Al palato la freschezza continua ad essere protagonista, ma non manca densità materica e morbidezza. Uno Champagne dall’approccio suadente, quindi, ma dall’insospettabile vivacità. Probabilmente da consumare senza aspettare moltissimo tempo, ma innegabilmente piacevole e non privo di complessità.

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