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Civilta' Del Bere

Inchiesta - I clienti dell'enoteca ad inizio millennio: giovani, informati, curiosi preferiscono i rossi italiani ... “Un cliente sempre più informato ed esigente, che non si affida più timoroso ai consigli dell’enotecario di turno, ma che varca la soglia del locale con le idee chiare e pronto a spendere anche un capitale per il vino dei suoi sogni”: questo, secondo una recente inchiesta della rivista enogastronomica “Civiltà del bere”, il ritratto del consumatore tipo del nuovo millennio, descritto “ad una voce” dagli enotecari italiani. Alle enoteche interpellate, rappresentative dell’intera penisola, è stata chiesta la percentuale di vendita dei vini rossi, bianchi e spumanti, oltre alle eventuali novità e tendenze nelle località in cui operano. Notevole ma non eccessivo l’interesse per i vini stranieri ... Dal sondaggio è emerso, inoltre, che l’interesse dei giovani verso il mondo del vino è sempre in crescendo, notizia che certo non risulterà nuova, dato che da tempo ormai si parla di boom enologico giovanile: “i giovani - afferma con soddisfazione Giovanni Longo, enotecario di Legnano e presidente dell’associazione delle enoteche d’Italia Vinarius - pur bevendo vino una o due volte alla settimana, hanno un grande rispetto verso questa bevanda che, tra l’altro, da un punto di vista economico, non comporta grosse differenze, dato che al tavolo un bicchiere di Rosso di Montalcino costa quanto un bicchiere di birra”. E qual’è la percentuale dei vini venduti, tra rossi, bianchi e spumanti ? “varia a seconda che si tratti di città di mare o di terra: a Torino, Verona e Firenze, ad esempio, sono i rossi ad andare per la maggiore con circa l’80% del consumo, seguiti dal 20% dei bianchi; a Genova, Anzio e Palermo sono invece i bianchi a farla da padroni con circa il 60% contro il 20% dei rossi ed il 20% degli spumanti”.

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