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Civilta' Del Bere

Inchiesta "Civiltà del Bere" (Dicembre 2001)
Scelte, usi e costumi dei Papi in una storia lunga duemila anni ... Il vino deve avere il “cos”: colore, odore, sapore. Lo diceva con ogni autorità Paolo III Farnese, universalmente noto come il pontefice più esperto di vino di tutta la storia de Papato. Il suo “bottigliere” Sante Lancerio è notissimo a chiunque si interessi di vino: nella metà del ‘500 questo sommelier “ante litteram” ha pubblicato un famoso libro, ormai un vero “culto” per gli appassionati, come I vini d’Italia giudicati da Paolo III Farnese, nel quale vengono presentati e analizzati ben cinquantaquattro vini importanti prodotti nella nostra penisola. Il suo prediletto era il Rosso di Montepulciano “perfetto tanto il verno quanto la state”, ma anche che, come tanti suoi successori, preferiva il vino delle sue terre di origine, in questo caso il Viterbese ... Martino IV (1281 –1285), passato alla storia anche per la sua ghiottoneria, per le anguille di Bolsena affogate nella Vernaccia ... Urbano VII (1623-1644) è passato alla storia eroica dei Papi perché faceva sostituire l’acqua delle fontane con il vino: ogni volte che qualche grande personaggio passava per Roma gli faceva festa con il “vino delle fontane”. Ma non riuscì a farsi perdonare dal popolo l’iniqua tassa sul vino e soprattutto l’assenso all’infame condanna del grande Galileo, per giunta suo conterraneo.
Ottimo bevitore e ”buona forchetta” fu Paolo IV (1555-1559) che innaffiava le numerose portate dei suoi cuochi con grandi vini, anche stranieri: la sua longevità è il migliore omaggio che questo Papa, scomparso ultraottantenne, fece all’amico vino. “Il sommelier non deve contare quanti bicchieri beve Sua Santità, ma soprattutto non lo deve dire” ... Fra i Papi meritevoli nei confronti del vino ricordiamo Clemente VII (1592-1605), che fece dichiarare ai sudditi del Vaticano la quantità di uve e di vino prodotto: “E’ la prima dichiarazione delle uve, dal punto di vista storico. Non è l'Unione Europea ad inventarla: c’è stato prima questo Papa” ...
Bonifacio VIII (1294-1303), il Papa del primo Giubileo, amava i fasti della tavola e del vino ma era sospettosissimo e temeva gli avvelenamenti: pretendeva che i bottiglieri gli rimanessero difronte (coram domino) mentre gli versavano l’acqua ed il vino preferito, il Cesanese del Piglio, prodotto vicino alla nativa Anagni. Clemente VI (1342-1352), che regnava ad Avignone, preferiva da buon francese lo Chateauneuf ma apprezzava molto anche il Chianti ... Ferventi amici del vino furono Gregorio XVI (1831-1846), grande amante del Frascati che, in scherzosa antitesi a Gregorio Magno, fu ribattezzata dal popolino Gregorio Bevo, e Pio IX (1846-1878), fondatore dell’Università dei Commercianti del Vino, la prima corporazione sindacale in campo enologico, che a pranzo beveva Bordeaux rosso ed a cena quello bianco.
Proprio durante il suo pontificato, nel 1854 fu creata a Roma l’Università dei Mercanti del Vino ed uscì un volumetto di Alessandro Ruffini, un specie di guida enogastronomia ante litteram ... I Papi della storia della Chiesa sono 266 e tutti, ma proprio tutti, hanno avuto a che fare in qualche modo con il vino, ma solo come alimento materiale sempre presente nella mensa ma anche come espressione e ricordo del supremo sacrificio di Cristo e quindi protagonista quotidiano della Messa. Il primo Papa che ha lasciato tracce evidenti di questo rapporto è Gregorio I il Grande (590-604), che ha sempre sottolineato lo spirito immortale della vite e del vino, partendo dal ricordo di Cristo che di ce ai discepoli: “Il Padre mio è un viticoltore, io sono la vite e voi siete i tralci. Siamo tutti chiamati a lavorare per la vigna del Padre”.

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