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VINO E STORIA

Con Renato Ratti, Giacomo Bologna e Matteo Correggia, nasce la “Hall of Fame” del vino italiano

Il progetto voluto dalla Barolo & Castles Foundation per celebrare i grandi dell’enologia, debutta il 22 giugno al WiMu di Barolo
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Con Ratti, Bologna e Correggia nasce la Hall of Fame del Vino al WiMu di Barolo

Una vera e propria “Hall of Fame” del vino italiano, dove rendere omaggio ai personaggi, alle etichette e alle annate che ne hanno cambiato la storia: nasce così il progetto che troverà spazio nel WiMu, il Wine Museum di Barolo. Renato Ratti, Giacomo Bologna e Matteo Correggia i primi produttori a farne parte, simboli rispettivamente di Langhe, Monferrato e Roero, con le loro etichette simbolo che saranno “ritirate” come le divise dei campioni dello sport, per entrare nel Museo del Vino, ovvero il il Barolo Marcenasco 1965, la Barbera Bricco dell’Uccellone 1982 e il Roero Ròche d’Ampsèj 1996. Appuntamento il 22 giugno, dunque, con il debutto del progetto voluto dalla Barolo & Castles Foundation guidata dal produttore di Barolo Paolo Damilano: “finalmente iniziamo a concretizzare una serie di idee condivise con il territorio attraverso il lavoro del Comitato scientifico della Fondazione. Questo progetto è un punto di partenza per continuare a dare visibilità a cantine e produzioni e arricchire il Museo di ulteriore interesse per turisti e appassionati. Come le stelle per il mondo del cinema, la musica e lo sport, una Galleria delle Glorie che raccoglie le etichette più significative del territorio, e in futuro anche oltre confini, è un elemento conduttore di fascino per poter raccontare in maniera diversa e originale la storia dell’enologia italiana”.
“Accogliamo con entusiasmo questa nuova iniziativa che ha l’ambizione di diventare un appuntamento annuale - aggiunge Renata Bianco, sindaco di Barolo - per dedicare un’esposizione permanente, all’interno del nostro WiMu a Barolo, agli uomini e le personalità che hanno contribuito a rendere grande il mondo del vino in Langa, in Piemonte, in Italia e all’estero”.
A condurre le danze sarà il giornalista de “La Stampa” Roberto Fiori, mentre per un ritratto dei tre vini, e relativi autori, interverranno alla cerimonia il giornalista e divulgatore Massimo Martinelli, che ricorderà la figura di Renato Ratti, Marco Felluga, decano dell’enologia friulana, amico storico e compagno di mille avventure e viaggi di Giacomo Bologna, e Coco Cano, noto pittore uruguaiano da molti anni stabilitosi in Italia, amico di Matteo Correggia e ideatore dell’iconica etichetta della cantina roerina.
“E’ proprio nei lunghi e travagliati decenni del grande secolo del vino italiano che possiamo individuare le personalità chiave che hanno permesso ai territori vocati all’enologia di uscire dagli angusti steccati in cui era confinato, prendendo le strade di tutto il mondo - dicono dal Comitato scientifico della Barolo & Castles Foundation - è giunto il momento di accogliere tra i grandi della patria, almeno quella fondata sulla vite, i più illustri rappresentanti dell’enologia italiana, trovando loro uno spazio all’interno del WiMu di Barolo destinato a diventare sempre più la casa delle Glorie del vino”.
Nell’incontro saranno proiettati video e immagini che ritraggono i protagonisti e ci sarà la posa delle etichette celebrative, disegnate, utilizzando come colori i vini dei tre nomi insigniti del riconoscimento, dall’artista Rita Barbero, nella sala degli Stemmi del castello comunale Falletti di Barolo, sede del WiMu.
La prima edizione della Hall of Fame del vino italiano è promossa dalla Barolo & Castles Foundation in collaborazione con il Comune di Barolo, il Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, il Consorzio di tutela del Roero, il Consorzio della Barbera d’Asti e vini del Monferrato, l’Enoteca Regionale del Barolo e MCC Multi-Color Italia S.p.A., che sostiene il WiLa - Wine Labels Collection.

Focus - I primi vini e produttori della “Hall of Fame del Vino”
1965 Barolo Marcenasco - Renato Ratti
Prima annata di Barolo prodotta da Renato Ratti al suo rientro dal Brasile, dov’era stato tecnico della Cinzano. Una lavorazione con metodi moderni (affinamento più lungo in bottiglia, indicazione del vigneto), che ha dato il “la” non solo e non tanto all’azienda di famiglia, quanto all’impegno di Ratti sul territorio, tradotto anche in decine di libri, le cariche istituzionali (presidenza del Consorzio del Barolo e direzione del Consorzio dell’Asti), la prima mappatura dei Cru, la carta delle annate, l’Albeisa, il Museo dell’Annunziata.

1982 Barbera Bricco dell’Uccellone Braida - Giacomo Bologna
Prima annata della “Barbera delle Barbere”, ottenuta da vigneto singolo, affinata in barrique e dunque trattata alla stregua di un grande rosso italiano. Di fatto, sancì l’affermazione della tipologia nel mondo, sdoganando definitivamente un vino fino a quel momento considerato “da pasto”, o comunque semplice e incapace di grande complessità.

1996 Roero Ròche d’Ampsèj - Matteo Correggia
Prima annata del “Roero per eccellenza”, prodotto da un giovane Matteo Correggia dopo aver frequentato i più esperti colleghi di Langa e aver appreso le tecniche viticole e produttive più moderne ed efficaci. Subito accolto con grande favore dalla critica italiana e internazionale, il Roero Ròche d’Ampsèj decretò il successo enologico della Sinistra Tanaro, offrendole un posto al tavolo dei grandi vini del mondo.

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