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Corriere della Sera

Vigne italiane sei miliardi per cento regine … Il fatturato delle maggiori aziende vitivinicole tricolori vale la metà del giro d’affari dell’intero settore. In cima alla classifica si confermano Cantine Riunite seguite da Caviro. Al terzo posto sale Antinori... Tutte insieme rappresentano 6,2 miliardi di fatturato, 148 mila ettari di vigne, tra proprietà e in affitto, 2 miliardi di bottiglie, 11.570 dipendenti. È il biglietto da visita delle 104 maggiori case vitivinicole italiane presenti nella classifica 2017. Questa speciale ed esclusiva graduatoria, costruita tenendo conto dei risultati di bilancio dell’ultimo esercizio, fotografa un campione dell’industria nazionale del vino, che diventa ogni anno più importante. Le 104 aziende rappresentano infatti il 47,6% del giro d’affari complessivo del settore: due punti in più rispetto al campione dello scorso anno che pure contava un numero maggiore di cantine, a riprova del progressivo processo di riorganizzazione e rafforzamento in corso sul mercato. Più in particolare, le cantine del campione si aggiudicano il 62,3% del totale export (+1,5% sul 2016), mentre sul mercato domestico il peso è più contenuto ed è pari al 35,2%. Complessivamente le aziende in graduatoria hanno girato la boa dell’esercizio 2017 con un incremento del fatturato complessivo del 5,7%, percentuale che sale fino al 7,10% nelle vendite all’estero e scende al 3,76% in Italia. Come si può vedere scorrendo le tabelle nelle pagine seguenti, la classifica raccoglie cantine di dimensione molto diversa: sono solo 19 le aziende che possono variare incassi superiori a 100 milioni, 18 quelle che hanno un fatturato compreso tra 100 e 50 milioni e 2l quelle che viaggiano tra 50 e 30 milioni, mentre ben 46 costituiscono una fascia dimensionale compresa tra i 30 e i 10 milioni. Le novità … In primo luogo il potenziamento del gruppo al vertice, dove è aumentato di due unità il numero di cantine che vantano più di 100 milioni di fatturato. Hanno fatto il loro ingresso nel club dei big due aziende che marciano a passo di carica: il Mondodelvino group e la Ruffino. Entrambe hanno totalizzato un fatturato di 106,8 milioni, piazzandosi (in ordine alfabetico), al 17° e 18° posto. Guidato da Alfeo Martini, base a Forlì, il Mondodelvino group è un marchio relativamente giovane e ancora poco noto al pubblico che ha tre teste: è azienda commerciale con Mgm, è produttrice con Barone Montaldo e Poderi dal Nespoli ed è industria con la casa di spumanti Cuvage. invece un brand storico la maison Ruffino guidata da Sandro Sartor, prezioso e ambizioso satellite toscano dell’americana Constellation Brands. Negli ultimi due anni nel circolo degli over 100 milioni sono entrate ben 5 nuove aziende ed è molto probabile che anche in chiusura dell’esercizio 2018 altri marchi busseranno alla porta. Come il trentino Gruppo Lunelli, che in groppa ai suoi cavalli di razza, Cantine Ferrari e Bisol, ha chiuso i conti 2017 con 95 milioni di fatturato, sfoggiando incrementi del lavoro a doppia cifra. Del resto, non sono poche le aziende che stanno guadagnando posizioni. Tra queste c’è la Villa Sandi di Giancarlo Moretti Polegato, al 21mo posto con più di 87 milioni; c’è Vivo Cantine, il Consorzio Viticoltori del Veneto orientale che con il suo consolidato è salito a quota 22, o ancora c’è Mionetto, azienda leader nel mondo del Prosecco che ritorna dopo alcuni anni di assenza in classifica, piazzandosi al 23° posto con 78,5 milioni di fatturato. Casa nelle colline di Valdobbiadene e 131 anni di storia, Mionetto appartiene dal 2008 al gruppo tedesco Henkell co. Sektkellerei Kg con sede a Wiesbaden, uno dei maggiori produttori europei di bollicine che ha lasciato a un management italiano il comando della controllata, leading brand in Italia nel canale «horeca». Guidata dal consigliere delegato Alessio De Savio, Mionetto assieme alla Ruffino, all’Agricola San Felice del gruppo Allianz e alla Schenk Italian wineries del gruppo svizzero Schenk, è una delle 4 aziende della classifica che fa capo a capitali stranieri. Ma torniamo al vertice. Ancora una volta, in chiusura del 2017, a dominare il settore è la corazzata cooperativa Cantine riunite Civ, proprietaria del Giv, il Gruppo italiano vini che è a tutti gli effetti l’azienda più grande del comparto. Presiedute da Corrado Casoli, le Riunite (così le chiamano tutti), con i suoi 594,2 milioni distano anni luce dal resto del mercato. Ci sono più di 300 milioni di distanza tra la prima della classe e la seconda Caviro, il Consorzio romagnolo che conta 220,8 milioni di incassi, rappresenta da sola il 10% della produzione nazionale di uva ed è leader nella grande distribuzione organizzata. Proprio la Caviro, guidata da Felice SimonPietro, è anche protagonista di un’importante joint venture assieme a Terre Cevico, altro big della cooperazione romagnola (al 15° posto), con il quale ha dato vita al progetto Bolè per la creazione di uno spumante della Romagna, battezzato Novebolle (nove, come il numero dei colli della Romagna). Il progetto guidato da Ruenza Santandrea, anche coordinatrice del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle cooperative, riunisce attorno a un tavolo due aziende concorrenti che hanno deciso di valorizzare insieme lo storico vitigno Trebbiano. Sul terzo gradino del podio ecco la prima azienda privata del mercato italiano: Marchesi Antinori, un brand che rappresenta una delle più prestigiose griffe del made in Italy nel mondo, oltre che la più importante proprietà viticola nazionale con 2.880 ettari di vigneti. Alle spalle della casata toscana altri due marchi privati: Zonin 1821 realtà veneta proprietaria di tenute in tutta Italia e la Fratelli Martini, azienda piemontese, di taglio più commerciale, che doppia la performance dello scorso anno, registrando un incremento del giro d’affari superiore alla media. Al sesto e al settimo posto tornano due bandiere della cooperazione trentina: Mezzacorona e Cavit. Alle loro spalle aziende private che stanno andando al galoppo: Casa vinicola Botter, Enoitalia, Gruppo Santa Margherita. A quota n la Italian wine brands quotata in Borsa, quindi la coop La Marca vini e spumante che riesce a fare ancora meglio del già sorprendente risultato del 2016, totalizzando una crescita superiore al 30%. Dal 13° al 15° posto Cantina di Soave, Collis e Terre Cevico portano a 8 il numero di cooperative presenti nel gruppo dei big. Chiude questa fascia over 10° milioni lo storico brand Marchesi Frescobaldi che ha concluso a fine 2017 l’acquisto di San Donato in Penino: l’azienda tra Gaiole e Radda in Chianti, rilevata all’asta pubblica dopo anni di conduzione dei vigneti, che ha permesso al gruppo di produrre anche nell’area del Chianti classico.

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