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Corriere della Sera

Il laboratoriuo di Terra Moretti (Bellavista). Droni e robot per proteggere l’ambiente … Un ronzio nel cielo di Bellavista, in Franciacorta, annuncia il cambiamento prossimo venturo del modo del vino italiano: l’arrivo di droni e robot tra le vigne. Nella memoria collettiva, la cura delle vigne e la vendemmia sono opera manuale e faticosa dei contadini, come nei quadri di Goya e Van Gogh. Non sempre è così: da una parte è cresciuta la presenza di macchine agricole di ogni tipo e dimensione, dall’altra c’è stato un incremento di aziende che sgelgono il biologico. “Ora è arrivato il momento di superare il biologico”, dichiara Francesca Moretti, presidente del gruppo Terra Moretti che comprende, oltre a Bellavista, altre 5 cantine in Lombardia, Toscana e Sardegna (7o milioni di fatturato, 550 dipendenti e quasi 1.200 ettari vitati). “L’agricoltura biologica — spiega il fondatore di Bellavista, Vittorio Moretti, padre di Francesca —ha nobili principi. Ma non evita l’inquinamento. Anzi, negli ultimi anni ci siamo accorti di non aver mai inquinato tanto: perché servono da 13 a 25 trattamenti l’anno sulle vigne, con trattori che consumano ettolltri di gasolio. Per questo abbiamo messo a punto una serie di pratiche verso un percorso di sostenibilità ambientale. La tecnologia è fondamentale per compiere il passo decisivo: ci serve un drone che possa trasportare una quantità notevole di liquido trattante da spargere in modo mirato sulle vigne. Per ora è una attività non formata, ma presto ci arriveremo”. Droni e robot non soppianteranno i cavalli che da qualche anno sono tornati per alcuni lavori agricoli: non inquinano e non compattano la terra come i trattori. Quattro i cavalli che trainano l’aratro a Bellavista: un Bretone, un Ungherese e due Percheron, quelli da tiro pesante. “L’idea è usare la tecnologia per conservare l’artigianalità e la tradizione — argomenta Francesca Moretti — con un impatto molto inferiore a quello dei trattori. Anche per diminuire l’uso sulle vigne di rame e zolfo che finiscono nel sottosuolo e nelle falde”. Agricoltura di precisione e tecniche manuali. Quelle del maestro italiano di potature, Marco Simonit, da anni a Bellavista. I risultati: le viti vivono in media 20 anni in più di quelle potate in modo classico. Così l’allungamento della longevità riduce l’Impatto ambientale, perché posticipa i pesanti lavori che servono alla messa a dimora di nuove piante. Prima erano solo i vignaioll più accorti ad occuparsi più della tutela delle vigne che dei ricavi dalla vendita dei vini. Ora la parola sostenibilità aleggia sulle cantine sia dei piccoli militanti del bio sia dei gruppi vinicoli con rete mondiale. Spiega Francesca Moretti: “Voglio trattare le piante come esseri viventi che ci parlano”. Pensieri che raccontano il passaggio generazionale. Vittorio Moretti, è un imprenditore che si è fatto largo nell’edilizia (edificando centri commerciali e cantine) e nella nautica prima che nella viticoltura. La figlia Francesca è nata negli anni '70, mentre Bellavista stava muovendo i primi passi. È cresciuta nella casa accanto ai vigneti della collina Bellavista, con cibo a chilometro zero e animali come compagni di giochi. Stregata a 14 anni dalla vista dei vigneti di Bordeaux, dopo gli studi il padre le ha affidato il timone del ramo vino. “Mi sentivo a disagio ad occuparmi dei conti — racconta Francesca — ora è arrivato un amministratore delegato, Massimo Tuzzi, e posso dedicarmi ai vigneti e all’innovazione”. Con lo sguardo ai satelliti: il progetto si chiama Enogis, ci lavora con Terra Moretti il professor Attilio Scienza, luminare di storia e Dna delle viti. “Con tecnici italiani e francesi— spiegano Moretti — stiamo mettendo a punto un sistema di mappatura e di studio fisiologico delle viti, di osservazione) dal satellite dello stato di salute delle nostre piante, di a dosaggio dei trattamenti, di studio della composizione dei terreni”. Il satellite si chiama Horizon2, osserva boschi e coste, raccoglie migliaia di dati, “consente di geolocalizzare a ogni nostra pianta e di elevare all’ennesima potenza il concetto di particella, di cru”. Nell’azienda sarda del gruppo, Sella& Mosca, i dati del satellite sono stati usati per concimare senza sprechi, solo dove serviva. I satelliti sono realtà, i progetti in fase di decollo sono i droni e i robot. “Stiamo lavorando con Leonardo Labs — informano i Moretti — alla creazione di un robot a guida autonoma, un trattore poco pesante”. Gli scienziati robotici milanesi hanno già realizzato Grape, un robot usato per collocare dispenser tra i filari per la lotta ai parassiti. Il prossimo robot avrà telecamere speciali che permettono di analizzare lo stato di salute delle piante e di intervenire su foglie e tralci, muovendosi in autonomia. Poi i droni. “Ci aiuteranno nelle operazioni più faticose — dice sicuro Vittorio Moretti — e grazie alla a tecnologia possiamo produrre vini in perfetto equilibrio con l’ambiente”.

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