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Corriere della Sera

Il club over 100 milioni. Quante sorprese al vertice. Per i nuovi big dei calici una corsa che vale 5 miliardi … Sul pòdio salgono Italian wine brands e il polo Botter-Mdv. Salda, al primo posto, Cantine Riunite. Ma tutto il mercato è vivace e in crescita: dal prosecco alla Sicilia, i nomi che si sono affermati nel 2021… Più di 4,8 miliardi di fatturato: è il giro d’affari 2021 del “club over 100 milioni”. Ovvero delle aziende vitivinicole che hanno chiuso l’ultimo esercizio con più di 100 milioni di incassi, entrando così di diritto nel circolo esclusivo dei big che guidano la speciale classifica delle oltre 100 cantine più grandi d’Italia. Al giro di boa 2021 sono tante le novità al tavolo dei big. L’unico punto fermo è il primato della coop emiliana Cantine Riunite Civ che si consolida al vertice del mercato, con oltre 635 milioni di fatturato, alimentato per ben 431 milioni dal controllato Gruppo italiano vini. Alle spalle delle Riunite nulla è più come prima. A cominciare dalla damigella d’onore: conquista il secondo gradino del podio, l’Italian wine brands, gruppo quotato in Borsa, che in linea con il suo piano strategico sta crescendo attraverso acquisizioni. L’ultima, Enoitalia, le ha fatto raddoppiare la taglia, portandosi a casa il maggiore imbottigliatore del mercato. La public company milanese ha un consolidato proforma con Enoitalia di 408,9 milioni, cui la società aggiunge i ricavi dell’americana Enovation Brands, acquisita a fine anno, raggiungendo un totale di 423,6 milioni che le assegna il titolo di primo gruppo privato del mercato. Cambio della guardia anche sul terzo gradino del podio, dove si piazza il polo Botter-Mdv con un consolidato di 419,6 milioni. Il braccio vinicolo della Sgr Clessidra (fa capo all’Italmobiliare della famiglia Pesenti) è il frutto della doppia operazione realizzata lo scorso anno con l’acquisizione della Casa vinicola Botter Carlo e del Mondodelvino (ovvero due ex del salotto over 100). Una manciata di milioni separa il l Polo Botter-Mdv dall’Italian wine brands: c’è da scommettere che la gara tra questi due gruppi privati di taglio industriale-finanziario, che a hanno conquistato la testa del mercato puntando entrambi sulla creazione di un campione nazionale, riserverà molte sorprese.
Novità non solo sul podio. Al di là del duello al vertice, tutto il mercato 2021 si è mosso con vivacità, con risultati superiori alla media che hanno spinto in alto vari brand. Sono ben quattro infatti le new entry nel club over 100. La più grande è Villa Sandi, brand di riferimento del Prosecco di proprietà della famiglia Moretti Polegato. La maison veneta entra al 18esimo posto, passando nel giro di un anno da 91,5 a 121,3 milioni, con un incremento che sfiora il 309s, grazie anche al lancio del Prosecco rosé, di cui è stata tra protagonisti. Le popolari bollicine venete sono anche il core business di Mionetto, new entry al 21esimo posto, con 104,5 milioni di fatturato, (+ 22%). Cuore e gestione a Valdobbiadene, l’ultracentenaria Mionetto appartiene al gruppo tedesco Henkell-Freixenet, tra i maggiori produttori di bollicine a livello mondiale. Exploit del Toscano Gruppo Piccini, terzo nuovo ingresso al 22esimo posto, con 102 milioni di fatturato. L’azienda della famiglia Piccini spazia dalla Toscana, alla Sicilia e alla Basilicata, ed è stata capace di realizzare una crescita monstre del 50%. Al 23esimo posto, con 101,6 milioni, ecco il gruppo Ermes, prima cantina siciliana nel club. Il risultato della cooperativa nata in Belice 24 anni fa è il frutto di una progressione costante e di uno sviluppo che dalla Sicilia si stende anche in Veneto e in Puglia, per un totale di 12.648 ettari di vigneti in produzione. Ed eccoci ora agli habitué del circolo esclusivo. Rientra tra questi, dopo un anno di assenza, anche il gruppo Lunelli, al 13esimo posto con 134 milioni. Il consolidato 2021 della famiglia trentina, mamma dello spumante Ferrari, beneficia per circa 10 milioni dell’inclusione della Tassoni, comprata lo scorso anno. La produzione, e cioè la cura delle vigne e dell’uva, distingue alcuni dei big del club, regalando ai loro vini quella cifra in più che si traduce in qualità e fama nel mondo. Due esempi per tutti: sono cantine contadine, se così si può dire, quelle di due blasonate maison toscane: Palazzo Antinori (holding della famiglia Antinori, al quinto posto con un consolidato di 239 milioni) e della Marchesi Frescobaldi (al 15esimo posto, con 131,8 milioni): le due griffe del made in Italy nel mondo, con etichette conte sui mercati internazionali, hanno chiuso il 2021 con incrementi del fatturato a due cifre, una prova in più di quanto conti la forza di un brand, specie quando il mercato è più difficile. È sempre il lavoro dei viticoltori e la custodia della terra, quello che distingue tutte le coop del club: dieci in totale, a conferma del peso crescente della cooperazione sul vigneto Italia. Come la corazzata romagnola Caviro, al quarto posto con 390 milioni (per la prima volta fuori dal podio), che porta sul mercato più di 254 milioni di bottiglie; o la trentina Cavit che ha superato i 270 milioni di ricavi grazie a una crescita che sfiora il 30% (comprende il consolidamento di Cesarini Sforza, Casa Girelli e Glv). Ancora, si notano gli 87 milioni di bottiglie prodotte da Terre Cevico, mentre Mezzacorona e La Marca sono tra le coop più forti all’estero. Quest’ultima è anche titolare di un incremento a doppia cifra, in compagnia di Cantina di Soave, Collis Veneto e Vivo cantine.
Le cantine private non stanno a guardare. Sfoggia una crescita di oltre il 28% il gruppo Santa Margherita, tra gli attori di peso del settore, fresco di nuovi investimenti in Maremma e in Usa, che scala vari posti in classifica piazzandosi al 7imo posto con oltre 220 milioni di ricavi: tra le migliori performance dell’anno. Aumento di oltre il 17% salto in alto anche per il gruppo Rullino a quota 17, con più di 125 milioni. Scala una posizione anche Casa vinicola Zonin, al nono posto con oltre 198 milioni. Si consolida Schenk italian wineries, reduce da nuovi investimenti in Puglia, mentre la piemontese Fratelli Martini si conferma tra le otto aziende titolari di un fatturato superiore a 200 milioni. Chiude questa classifica la veneta Contri Spumanti, big delle bollicine.

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