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Corriere della Sera

C’è vita oltre la vigna … Arte digitale e gusto, cantine e bici gravel : Montalcino si rilancia non solo per il celebratissimo vino ma come irresistibile fuga d’autunno… Può un vino oscurare la bellezza di un borgo? A Montalcino (Siena) parrebbe di sì. Da anni il suo nome evoca il rosso di forte carattere; capace di resistere e migliorare nel tempo. Ma la cesura tra il paese e le famose cantine si è ricomposta con il Tempio del Brunello; nell'affascinante complesso medievale di Sant’Agostino, tutto restaurato. Realtà virtuale, artwall, mapping, sound design sono i mezzi tecnologici con cui il percorso racconta il successo di un territorio che secondo le ultime stime del Consorzio in soli 30 anni ha avuto una rivalutazione record di quasi il duemila per cento a ettaro. Si scopre la storia del vino, iniziata con Clemente Santi: alla tenuta Greppo iniziò a vinificare il Sangiovese in purezza e ideò la parola Brunello, apparsa nel 1869 sulla medaglia d’oro vinta dal suo “vino rosso scelto (Brunello) del 1865”. L’enoteca rende interattiva la degustazione, con scaffali “aumentati” e sommelier “digitale” che indirizzano acquisti e assaggi. Più concreto l’affitto di bici, muscolari o elettriche, alla Ciclofficina Eroica, intitolata all'evento che ha messo in luce le strade bianche e il piacere di percorrerle con le due ruote di un tempo. Per chi vuole cimentarsi con bici più moderne, ecco il 22 e il 23 ottobre la prima edizione della nuova Val d'Orcia Gravel, con appuntamenti in vigna e tre percorsi. Sui pedali si scoprono anche i dintorni. Scegliendo ad esempio l’anello di una trentina di chilometri che da Montalcino su asfalto e sterrati porta all’Abbazia di Sant'Antimo, Castelnuovo dell’Abate e Sant’Angelo in Colle. Dopo la discesa dell’inizio e i saliscendi della parte centrale, filando tra cipressi e vigneti, l’ultimo tratto prevede la salita al valico di Lume Spento per tornare a Montalcino. Ma la fatica è ripagata dal monastero-gioiello con una storia leggendaria che coinvolge anche Carlo Magno. Il resto lo fanno quel panorama impareggiabile sulla Val d’Orcia, e i brindisi finali. Inevitabilmente, tutti in rosso.

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