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Corriere della Sera

Prosecco da incorniciare. Villa Sandi oltre quota 140 … Balzo dei ricavi e margini in crescita per il Gruppo vinicolo. Giancarlo Moretti Polegato: la crisi la sentono tutti. La risposta è aggregazioni e qualità… Ben oltre i 30 milioni di bottiglie e con ricavi 2022 attesi a oltre 140 milioni (dai 121 del ‘21). A conferma un ritmo di crescita a due cifre sostenuto da una quota di export del 70 per cento. Il selfie di un’azienda modello del vitivinicolo, di un campione del prosecco, che è il motore dell’intero settore, è di Giancarlo Moretti Polegato, patron del gruppo Villa Sandi. È nel gruppo di testa del vino italiano e brinda al brillante superamento di una stagione complessa, ma avverte che il quadro potrebbe rapidamente peggiorare. “La crisi la sentiamo arrivare tutti, i consumi potrebbero cedere, soprattutto nei mercati più importanti”. Un suggerimento di analisi che trova nu meri nell’ultimo monitor realizzato a inizio mese dall’Unione italiana vini, la confindustria del settore, insieme a Vinitaly. L’associazione, guidata dalla primavera scorsa da Lamberto Frescobaldi, ha avvertito che la “falla” causata dalla spinta sui costi di gas ed energia nel business del vino, uno dei settori più dinamici del made in Italy, è larga 1,5 miliardi di euro. Un terzo circa per i costi energetici, il resto per le “materie pritne secche”, ossia vetro, carta, cartone, tappi alluminio ai quali si aggiungono altri voci in aumento, dal vino sfuso al costo del lavoro ai trasporti. Il conto degli aumenti totali per quest’anno è pari al 28 per cento. Considerato un rialzo dei listini che fin qui è stato del 6,694 il “netto” dei costi non coperti da ricavi per l’intero settore è di circa 600 milioni. E una fotografia in movimento, tanto che gli stessi autori, Uiv e Vinitaly, hanno promesso un supplemento d’indagine ai primi del mese prossimo, in occasione del wine2wine del 7-8 novembre a Verona. Dedicato, non a caso, a comunicazione, strategie di marketing e networking tra imprenditori. Ma in attesa di sapere se le difficoltà di periodo avranno una curvatura strutturale, i timori che l’escalation dei costi si traduca in una crisi dei consumi sono già ben presenti. “Le evidenze maggiori sono sul mercato britannico osserva Moretti Polegato — mentre resistono ancora Germania, Austria e Stati Uniti”. La scorsa settimana Federvini, la federazione guidata da Micaela Pallini che un anno fa ha raccolto il testimone da Sandro Boscaini, ha messo giù una serie di proposte per il futuro governo Meloni secondo le quali un’opportuna defiscalizzazione dovrebbe premiare gli investimenti in aggregazioni e acquisti all’estero. Negli stessi giorni, in occasione della giornata dedicata ai Champions del Food, a cura de L’Economia e ItalyPost, Moretti Polegato ha spiegato la bontà di strategie per ricostruire reti e rafforzare le filiere “vendendo” nel mondo un territorio prezioso. L’imprenditore veneto racconta un percorso di diversificazione su più livelli —di prodotto, canali distributivi e mercati di riferimento — che parte da lontano e con cospicui investimenti, ma che ha fatto il salto proprio negli anni più difficili della storia recente. Ancora nel 2019 il gruppo dichiarava ricavi sotto i cento milioni. Moretti Polegato li mette in fila e si sente tutto l’orgoglio di chi ha costruito un modello di riferimento: “Abbiamo lanciato il prosecco rosè e l’accoglienza è stata superiore ad ogni più ottimistica previsione. I nostri marchi — La Gioiosa per la grande distribuzione, Villa Sandi per i canali horeca — sono ben riconoscibili e ci permettono la giusta presa sul mercato. Esportiamo in 130 paesi, dal Far East agli Stati Uniti e questo ci consente di compensare. Gli Usa sono ora il nostro primo mercato di esportazione, coprono il 25% del traffico verso l’estero dei prodotti di Villa Sandi”. Cose che fanno crescere, bastano? “Servono, e molto, ad affrontare un discorso sul nostro settore. Non è il rapporto di Mediobanca che ogni anno ci ricorda come soltanto una cinquantina di aziende abbiano ricavi sopra i 5o milioni? ”. Lo stesso rapporto che segnala per l'intero settore una capacità di guadagno ancora bassa ed evidenzia margini netti sul fatturato intorno al 6 per cento. Dal canto suo Moretti Polegato vincendo una certa ritrosia, è pur sempre un imprenditore veneto, si spinge ad indicare margini lordi per le bollicine Villa Sandi intorno al 10-12%, “Del resto per il prosecco è stato un anno da incorniciare: le quantità non sono aumentate granché, circa il 3%, ma la grande qualità, a dispetto della siccità, si è fatta apprezzare”. Una miscela di fattori che ha portato valore a chi ha potuto giovarsi di investimenti e strategie messe in atto negli anni passati. La produzione delle bollicine a base di glera, spiega Moretti Polegato, ha ormai raggiunto i 750 milioni di bottiglie, un record, ma soprattutto cresce di valore. Ha un range di prezzo che va dai tre euro al litro per il docg ai 2,2-2,3 euro per il prodotto di base. A questi livelli (anche se quest’anno c’è stata un po’ di guerra dei prezzi perché in diversi sono arrivati corti sulla produzione), un ettaro di terra per il prosecco doc, che produce 18o quintali di uva per quasi 135 ettolitri di glera, frutta circa 27 mila euro: “È un'ottima resa per un prodotto che non passa per la botte e non ha dunque tempi morti”. Quei terreni, in media, costano 250 mila euro l’ettaro. Si sale a 350-500 mila per terreni dai quali viene il docg, fino ad arrivare a quotazioni stellari per uno dei io6 ettari del Cartizze, “ormai sui 2 milioni l’ettaro. A trovarne”, spiega Moretti Polegato, che è uno dei go names della collina d’oro del Prosecco. Ma la terra non basta. “Noi ci abbiamo creduto in consorzi e reti — batte il tasto il patron di Villa Sandi —. Abbiamo creduto che la diversificazione avrebbe tutelato le nostro produzioni spingendole su mercati globali. E questa la strada anche in recessione. Prenda Ilswa, l’Italian Signature Wine Accademy. Siamo nove marchi per nove famiglie, presenti sui territori dell’eccellenza. Abbiamo una governance eccellente, le decisioni si prendono velocemente. Ci consente di andare sui mercati esteri con una forza prima sconosciuta. é un modello da replicare per l’export ma anche per il mercato interno, ci ha consentito accordi con un gruppo come Lagardere peri duty free, o la messa a punto di stand unici nelle migliori fiere. E mantiene l’autonomia delle aziende”. Quest’ultimo è un punto importante, perché quando si prova a sollecitare l’imprenditore su un eventuale passo successivo, le integrazioni societarie, la risposta è cauta, centrata appunto sull’autonomia: “Si figuri che qualcuno sarebbe volentieri entrato anche In Iswa, ma una governance veloce in tanti sarebbe ancora sostenibile?”. Se poi la domanda è più diretta e riferita a Villa Sandi, la risposta è altrettanto puntuale: “Sì, si sono presentati in tanti. Ma noi in questo momento siamo compratori. E comprerei vini, non bollicine, guardando a qualità, marchio e dimensioni da spingere. Direi che il modello è Borgo Conventi, nel Collio, rilevata nel 2019. Grande qualità, ma senza un presidio commerciale: Al momento sul tavolo c’è più di un dossier, ma non abbiamo ancora deciso”.

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