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Corriere della Sera

L’avanzata della Toscana su Piemonte e Veneto Ecco le 130 cantine sul podio … Le scelte degli americani di Wine spectator: in dieci al debutto… È la Toscana la regione che domina la lista delle migliori cantine italiane selezionate da Wine spectator, la testata americana che da 46 anni racconta le tendenze mondiali del vino. L’elenco è stato messo a punto, dopo un anno di assaggi in tutte le regioni italiane, per OperaWine, l’evento che il prossimo primo aprile aprirà Vinitaly, a Verona. Una sfilata di 130 aziende (lo stesso numero dell’anno scorso) che “rappresentano l’eccellenza dei produttori italiani”, chiamati a far conoscere i propri vini in una sorta di anteprima della fiera veneta, una vetrina per incontrare i protagonisti dei mercati esteri. Una lista che certifica la diffusione ormai capillare della qualità in tutte le zone del Vigneto Italia. E dimostra, come afferma Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere, che “il vino italiano non è solo un prodotto bandiera, ma un comparto sano che contribuisce in maniera determinante allo sviluppo economico e sociale del Belpaese». Tra i vignaioli selezionati per OperaWine, conquistano 35 posizioni i toscani del Brunello di Montalcino e del Chianti Classico, di Bolgheri e dei Supertuscan. In seconda posizione (19) il Piemonte con i suoi grandi rossi, Barolo e Barbaresco. Incalzato dal Veneto (17), spinto dal Prosecco ma anche dalla potenza dell'Amarone della Valpolicella e dalla ritrovata vitalità del Soave. Ecco le scelte che Alison Napjus e Bruce Sanderson, sveleranno domani a wine2wine, il business forum di due giorni dedicato quest’anno alla comunicazione del settore, dalla stampa a TikTok. Innanzitutto le novità: sono dieci le cantine al debutto assoluto: 2 dal Chianti Classico, Lamole di Lamole del gruppo Santa Margherita, e Vecchie Terre di Montefili della famiglia Acuti. Altrettante dalla Campania, che si conferma come locomotiva vinicola del Sud: l’irpina Colli di Lapio con i suoi bianchi di grande identità, e San Salvatore, per cui disegnò etichette il critico d’arte del Corriere della Sera Gillo Dorfies. Doppia nuova entrata anche per i veneti: la cantina dei Prosecco delle Rive di Ogliano, Masottina, e quella dei Custoza e dei Bardolino dal Garda, Monte del Frà. Per la prima volta sul palco della kermesse veronese ci saranno poi la lombarda Conte Vistarino,dove furono importate nell’Ottocento le prime barbatelle di Pinot nero nell’Oltrepò pavese. E anche una delle proprietà del fondatore di Eataly, Oscar Farinetti: la cantina Giacomo Borgogno & Figli, che firma classici Barolo. Infine, dai lati opposti dell’Italia, la cooperativa altoatesina Nals Magreid e l’agrigentina Feudo Montini, che ha sede in un baglio quattrocentesco. C’è poi il gruppo del ritorno, cantine che erano presenti in edizioni del passato, ma non nel 2022. Il signore della anfore Josko Gravner (Friuli Venezia Giulia), la ragazza dell ‘Aglianico Elena Fucci (Basilicata), il cultore del Sagrantino Arnaldo Caprai. Fianco a fianco dell’uomo dell’Oreno, Antonio Moretti (Toscana)e di Vittorio e Francesca Moretti di Bellavista (Lombardia). Poi gli Argiolas (Sardegna), la Tenuta Pederzana (Emilia Romagna), la Marchesi di Barolo della famiglia Abbona (Piemonte), la Masseria Li Veli (Puglia) e la Tenuta delle Terre Nere sull’Etna, con le antiche viti ad alberello che spuntano dalla pietra lavica.

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