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Corriere della Sera

Vino, l’ultima scommessa. La corsa di fine anno ... Fatturato record a quota 14,3 miliardi (+ 6%) per il settore . Ma i costi riducono i margini. Bene i ristoranti e le vendite in cantina, in frenata la grande distribuzione... Battute finali di un anno in chiaroscuro per il mondo del vino. Iniziato con il botto, si è andato complicando per colpa in particolare di un aumento indiscriminato delle materie prime: l’ultimo grido di allarme è di questi giorni, con l’Unione italiana vini che denuncia il quarto incremento del prezzo del vetro in 12 mesi, con il costo delle bottiglie che sale del 76%. E, nonostante la vendemmia con i fiocchi, l’export che tira, e il boom del turismo che ha favorito una ripresa brillante di tutto il computo della ristorazione (un canale principe del vino), è realistico ipotizzare che il 2022 si chiuderà con una riduzione dei margini per il settore, nonostante il generale aumento dei prezzi dei listini realizzato dalla maggioranza delle aziende. Secondo le stime dell’Osservatorio del vino Uiv Vinitaly, il mercato vitivinicolo italiano registrerà a fine anno un fatturato complessivo di 143 miliardi, pari a un incremento del 6% e a un calo dei volumi dellisis. Sul risultato incide il brillante andamento del canale Horeca (ristoranti,bar,catering) che, come evidenzia il grafico, ha messo a segno una crescita del 6% nei volumi e del 12% in valore. E un impulso molto buono è arrivato anche dalle vendite dirette nelle cantine: +7% in valore e +5% in volume. In pratica sta dando buoni frutti l’impegno delle aziende ad aprire la loro casa ai tanti enoturist i, sempre più interessati a conoscere il produttore e la storia del loro vino preferito. Stime in decremento invece per il canale delle enoteche e per il settore della grande distribuzione organizzata (la Gdo, supermercati, iper, discount), canale decisivo per il settore. “Nessuna sorpresa, si tratta di una situazione attésa — sostiene Virgilio Romano, direttore dell'area vini della società di ricerca lri, specializzata sul canale della grande distribuzione organizzata —. Dopo l’exploit del periodo della pandemia, il ritorno alla libertà dei consumi fuori casa sta riportando le vendite allo scaffale ai livelli del 2019, con una perdita dei volumi, in parte compensata dall’aumento dei prezzi”.
I prezzi all’insù hanno lasciato il segno. La fotografia ancora inedita delle vendite nella grande distribuzione, nel periodo gennaio-novembre, rivela una flessione delle vendite del vino del 5,7% in volume e del 2,4% in valore, rispetto all'analogo periodo del 2021. Come si vede nella tabella, se si passa al segmento del vino in bottiglia, la caduta dei volumi tocca il 6,9%, mentre il fatturato si riduce del :3,2%. In entrambi i casi l’incremento del prezzo medio a litro è stato rispettivamente del 3,5% e del 4%. Interessante il risultato degli spumanti che per la prima volta, dopo anni, è penalizzato dal segno meno. Il perché è presto detto: dopo crescite al galoppo, sospinte da un rapporto ottimale qualità-prezzo, il Prosecco, che rappresenta circa la metà dell’intero comparto spumanti di cui ha sempre tirato la volata, sta per chiudere l’anno con una flessione delle vendite nella Gdo che supera l’11% in volume e il 3,6% in valore. Cosa è successo? Che le bottiglie di Prosecco costano l’8,7% in più: l’aumento maggiore registrato sugli scaffali. Escludendo le bollicine superstar, le uniche che si sono potute permettere questa correzione di prezzo, visto il successo crescente anche all’estero, ecco che l’area spumanti appare in crescita sia in volume che in valore, grazie anche a una leggera flessione del prezzo medio a litro dello o,9%. in questo quadro, cresce l’interesse dei consumatori per le tante proposte di spumanti regionali, dal Novebolle (Emilia Romagna) alla Passerina, dalla Falanghina al Grillo, dal Pignoletto al Gewurztraminer per citarne alcuni, con veri exploit per la Ribolla gialla e per il Muller Thurgau protagonisti di incrementi a due cifre. E tra i vini fermi quali sono le tipologie che hanno registrato un segno più? 'fra i vini bianchi il Vermentino, tra i rossi il Valpolicella Ripasso e tra i rosati il Negroamaro. Le vendite di dicembre, si sa, possono fare la differenza per il bilancio delle cantine e dell’intero settore: si vedrà se anche quest’anno, nonostante l’inflazione che pesa sulle capacità di acquisto dei consumatori, si realizzerà un importante scatto finale

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