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Corriere della Sera

Vino, la via dell’export. Un 2023 di investimenti … Usa, Gran Bretagna e Germania soffrono. Pesa anche il surplus dei costi. “Aprirsi alle piazze emergenti, anche grazie alle istituzioni”, dice Frescobaldi, presidente dell’Unione italiana vini… Poco da stare allegri. In Usa, Gran Bretagna e Germania, ovvero nei principali mercati di sbocco dell’export del vino italiano, lo scorso anno le vendite nella grande distribuzione e nel retail hanno registrato un pesante segno meno. Secondo i dati NielsenlQ, elaborati dall’Osservatorio del Vino Uiv-Vinitaly, nel 2022 sono stati venduti in totalé 4,9 milioni di ettolitri di vino (-996 rispetto al 2024 per un controvalore di 4,7 miliardi di euro, pari a una flessione del 5%. La caduta riguarda sia i vini fermi (rossi, bianchi e rosati), che gli spumanti. Le bollicine si salvano solo in USA, dove una lieve flessione nei volumi (1%) è compensata da un incremento del 4% a valore. La positiva performance negli States non salva il risultato complessivo dei tre mercati, sul fronte spumanti, penalizzato dal segno meno (volumi -9%, valore -4%), per colpa dei decrementi à due cifre di Regno Unito e Germania. Situazione analoga anche nel comparto dei vini fermi, dove soffrono in particolare i rossi come Chianti, Lambrusco, Montepulciano d’Abruzzo, Primitivo, Nero d’Avola, Valpolicella. Su questo andazzo nulla ha potuto fare la ripresa del quarto trimestre. Morale : sono sfumatele aspettative dell’industria vitivinicola nazionale di consolidare in quei mercati i brillanti risultati raggiunti nel post pandemia. E ora? Chi vede il bicchiere mezzo pieno, osserva che il dato finale in tutte e tre le piazze riporta le lancette al 2019, ai livelli pre pandemia. In particolare per il comparto dei vini fermi. L’esempio più eclatante? Il Pinot grigio (Delle Venezie e altri) vale a dire il vino bianco italiano più gettonato negli Usa: lo scorso anno ha accusato una flessione delle vendite del 3% sul 2021; ma l’andamento torna positivo rispetto al consuntivo 2019. Il risultato si ribalta anche in Gran Bretagna: il meno 4% dello scorso annosi trasforma in un più 2% medio rispetto al 2019. “Le contrazioni del 2022 ci riportano ai numeri pre-Covid del comparto retail — sottolinea Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione italiana vini —. In un certo senso possiamo dire che stiamo tornando a una condizione di normalità, a patto però che la domanda del fuori casa regga di fronte a una congiuntura difficile. Ciò che non è normale è invece il surplus di costi, a partire da energia e materie prime, che il settore sta scontando e che pesa di più in un contesto di riduzione della domanda in un canale importante come la grande distribuzione”. Va da sé che la voce prezzi non è secondaria. Frescobaldi non ha dubbi: “Quest’anno sarà fondamentale riuscire a non deprimere l’offerta sul fronte del valore e, oltre a presidiare i mercati di sbocco, è importante aprire alle piazze emergenti, contando sull’appoggio delle istituzioni, a cominciare dall’Ice”. Presenza massiccia sulle tre piazze maggiorie sui target emergenti sono il cuore di una campagna di promozione del vino italiano senza precedenti, in nove Paesi di tre continenti, decisa da Veronafiere. “Abbiamo aumentato del 30-40% gli investimenti all’estero che, grazie anche al supporto di Ice, potenzieranno del 40% il numero dei buyer al prossimo Vinitaly, per arrivare al raddoppio nel 2024”, rivela Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere. Stati Uniti, Germania e Regno Unito rappresentano la spina dorsale commerciale del vino italiano, con un’incidenzain valore di circa il 50% sul totale export tricolore. “Siamo convinti che il settore non possa allentare la presa sui suoi principali mercati di sbocco, che avario titolo offrono ancora importanti margini di crescita”, sostiene ancora Danese, impegnato nell’importante road show in pieno svolgimento. Dopo le recenti tappe statunitensi (Princeton, New York, Chicago), oggi Vinitaly è a Monaco e poi a Londra e Cardiff (8 e 9 febbraio), per chiudere in Giappone (21 febbraio) e Corea del Sud (23).

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