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Corriere della Sera

Ferrari Trento doc spinge il made in Italy con il “polo del bere” … Un polo italiano del bere. Un’aggregazione di etichette storiche che rappresentino al meglio il beverage made in Italy. Un polo che racchiuda un’offerta trasversale che ha il territorio e la tradizione italiana come filo conduttore. Matteo Lunelli da anni porta avanti questo progetto che oggi vede collocato un nuovo mattoncino rappresentato dall’acquisizione di Tassoni, la storica azienda del Garda famosa nel mondo per la sua cedrata. “Siamo orgogliosi che Tassoni entri nel gruppo Lunelli perché è un marchio iconico, un simbolo della migliore tradizione italiana che rimane in questo modo patrimonio del nostro Paese — afferma Lunelli, che è ceo del gruppo di famiglia —. Punteremo a rafforzare ulteriormente il marchio, posizionandolo come il luxury soft drink italiano per eccellenza. Il marchio Tassoni, pur rimanendo il brand simbolo della cedrata, produce anche tonica, sambuco e potrà diventare un marchio di eccellenza per i soft drink e la mixology. Crediamo molto nella potenzialità del marchio al punto che abbiamo partecipato a un’asta in concorrenza con multinazionali e siamo felici di poter mantenere a Salò la sede della storica dell’azienda lombarda”. Tassoni è solo l’ultima (in ordine di tempo) tappa di un percorso partito negli anni Ottanta quando la famiglia Lunelli ha voluto affiancare a Ferrari prodotti che ne condividessero i valori. Nel 1982 viene acquisita Segnana, una storica distilleria trentina giunta al traguardo dei 150 anni. Sotto la guida dei Lunelli, Segnana ha introdotto un nuovo volto di modernità per la grappa, facendone un distillato di tradizione e innovazione. Nel 1988 è entrata a fare parte del gruppo Surgiva, un’acqua minerale leggera, che sgorga in alta quota nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta, in Trentino. Una scelta che poteva apparire del tutto estranea all’idea del polo degli alcolici. “In realtà — spiega Lunelli — è con Surgiva che è partito il progetto del beverage made in Italy: si tratta di un’acqua di grande qualità utilizzata nell’alta ristorazione. Non è un caso che, proposta esclusivamente in vetro bianco, Surgiva, sia l’acqua ufficiale dell’Associazione italiana sommelier”.Per un’azienda, che oggi fa segnare un fatturato da 151 milioni di euro, nata e cresciuta tra le bollicine, la “conquista del nuovo mondo” passa dall’affermazione tra i vini fermi e per il gruppo Lunelli inizia con lo sbarco in Trentino negli anni Ottanta: prendono il nome di famiglia, Lunelli, e capitalizzano l’esperienza acquisita con Chardonnay e Pinot Nero in tanti anni di viticoltura di montagna.
Dal Duemila invece la famiglia si rivolge a territori dalla consolidata vocazione per la produzione di grandi vini rossi come la Toscana e l’Umbria. Nascono così la Tenuta Podernovo e la Tenuta Castelbuono. La prima, sulla Costa Toscana, dove spicca un Sangiovese, coltivato secondo i principi del biologico. La seconda, dedicata alla produzione di un vino potente e affascinante come il Sagrantino di Montefalco. “Si tratta di realtà dove abbiamo costruito quasi tutto da zero — racconta il ceo — puntando alla qualità ma senza tradire le radici di un territorio. Un esempio? La tenuta in Umbria, a Bevagna, realizzata con un equilibrio tra innovazione e tradizione ma resa unica dal Carapace, la cantina-scultura realizzata da Arnaldo Pomodoro. Accomunati da sempre da una stessa cifra stilistica che si distingue per eleganza e longevità, i vini trentini, toscani e umbri sono stati riuniti sotto il marchio Tenute Lunelli”. Nell’ottica di un portafoglio che rappresenti una vasta gamma di eccellenze italiane, una delle scelte “atipiche” dei Lunelli sta nell’acquisizione di Bisol1542, storico marchio di riferimento del Prosecco Superiore. In Italia infatti non è frequente che un leader territoriale delle bollicine possa sconfinare nel rivale Veneto. “Se Ferrari è un Trento doc e rappresenta l’eccellenza del metodo Classico, con un impatto forte sull’export (anche grazie al fatto che è diventata la bollicina ufficiale della Formula 1) — racconta Lunelli — Bisol1542 esprime ai massimi livelli la vocazione del territorio di Valdobbiadene. Noi vogliamo raccontare i distretti della qualità delle bollicine italiane superando steccati. L’importante è rimanere in fascia alta e saper raccontare la specificità e le peculiarità di ogni territorio. Ovvio che aumenti la complessità di gestione ma è il bello del crescere”.
Matteo Lunelli, oltre a essere il vincitore nazionale del premio EY “L’Imprenditore dell’anno”, è anche il presidente di Altagamma, l’associazione che riunisce le imprese dell’alta industria culturale e creativa italiana, a cui sta cuore lo sviluppo di un modello italiano di eccellenza. “Siamo in un mercato complesso in cui le aggregazioni possono generare un cambio di passo senza che ciò stravolga la natura e la storia dell’azienda. Sta già accadendo nel design e nell’arredo, è auspicabile che accada anche in altri settori: la dimensione aziendale fa la differenza quando si affrontano i temi della distribuzione, della logistica, di export ma soprattutto un polo aggregativo diventa attrattivo per i grandi manager. Si tratta di un tema non secondario perché le realtà di piccole dimensioni fanno fatica ad attrarre talenti in campo manageriale, rappresentare invece un polo aggregativo permette invece di essere competitivi anche sul mercato manageriale”.
Proprio il modello aggregativo rappresenta una voce di debolezza del made in Italy specie se messa a confronto con i “cugini” francesi che hanno fatto del “polo del lusso” un metodo di crescita. “Si può crescere per linee interne o esterne oppure con una formula mista — precisa Lunelli —. In questi anni abbiamo colto opportunità di mercato adatte alla nostra strategia di crescita e continuiamo a guardare possibili obiettivi pur essendo consapevoli che nel settore del vino le acquisizioni sono particolarmente complesse. Il nostro gruppo vuole essere ambasciatore dello stile di vita italiano nel mondo e il suo successo è legato proprio alla fedeltà ad alcuni valori: la ricerca dell’eccellenza in ogni dettaglio, il forte legame con il territorio e una visione d’impresa che opera in armonia con l’ambiente, in sintonia con il territorio e mettendo le persone al centro”.

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