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Corriere della Sera

Tra note e bollicine. A Trento la Festa DOC … Dal 22 al 24 settembre la festa che unisce le cantine produttrici del famoso spumante metodo classico a chef, artisti, cantanti. Sullo sfondo, le montagne… Diodato, Frank Matano, Carlo Moser (il figlio di Francesco, il campione del ciclismo), Caterina Guzzanti, Camilla Lunelli, Lorenza Ghinelli, Luca Marchetti e più di cinquanta ospiti ancora, tra artisti, chef, titolari di case spumantistiche e scrittori. Roba da far girare la testa a chiunque, vedendoli e incrociandoli all’ombra del Nettuno, tra cortili, parchi e palazzi storici di Trento, incantati dalle bollicine di montagna, le vere protagoniste, dal 22 al 24 settembre, della seconda edizione di “Trentodoc Festival”, promosso dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato da Istituto Trento Doc e Trentino Marketing, in collaborazione con il “Corriere della Sera”. Squadra che vince non si cambia e vale ancne per gli spumanti: quest’anno, saranno 41 le case spumantistiche socie di Trentodoc, l’istituto di promozione dello spumante trentino, nato nel 1984 e del quale fanno parte poco meno di 70 cantine. Per ciascuna di esse è legge il severo disciplinare del perfetto spumante trentino. Del resto, è una attenzione che ritroviamo anche nell’organizzazione del festival (il direttore artistico è Luciano Perraro, vicedirettore del “Corriere della Sera”), scandito per sezioni (“Wine talks”, “Cooking Tales”, “Sparkling stories” e “Trentodoc tasting”) e giornate. Come un antico affresco dedicato alla stagionalità della vendemmia. Vada per il disciplinare, ma le variazioni a un festival, dove sono previsti più di 100 appuntamenti, sono ben accette. Basti pensare ai filari di Teroldego intervallati dalla coltivazione degli ortaggi, un metodo originale che sarà raccontato (una mezz’oretta prima dell’intervento del cpmico Frank Matano al Giardlno Parco di San Marco) da Myrtha Zierock, domenica 24, alle 12, al Castello del Buonconsiglio (sotto la Loggia affrescata nel 500 dal Romanino), tra le location principali di un festival il cui simbolo di incontri è Palazzo Roccabruna, sede dell’enoteca provinciale. Inoltre, il bello di Trentodoc Festival è saper far decantare, rivedendoli, i luoghi comuni a tavola: per la serie, siamo in Trentino? E allora sarà bello farci narrare (venerdì 22, dalle 15.30, al Castello del Buonconsiglio) da Pino Cuttaia, chef di mare (il suo ristorante, La Madia, è a Licata, nell’Agrigentino) come anche i piatti di pe-sce possono raccontare un territorio dolomitico: lo scopriremo ascoltando anche lo chef trentino Sebastian Sartorelli, nell’incontro coordinato dal giornalista del “Corriere”, Alessandro Cannavò. Dal Castello del Buonconsiglio a Palazzo Roccabruna, a tu per tu (alle 18.30, sempre del venerdì', in un talk curato da Luciano Ferraro) con “Generazione Z e Millennials”, nativi digitali dalla boccata molto fine, degna dei miglior som-melier. Il giorno dopo, il “miracolo” delle bollicine di montagna sarà quello di aiutarci a comprendere (dalle 18.30 a Palazzo Roccabruna) l’impatto del “Climate change” sulle produzioni vitivinicole e, soltanto 30 minuti dopo, farci ridere di gusto scoprendo che anche uno spumante può essere politicamente scorretto (parola di Gialappa’s Band, ospite al Chiostro degli Agostiniani). Infine, dei 100 appuntamenti in programma, ben 77 si svolgeranno dove lo spumante metodo classico fermenta: parliamo di “Trentodoc in cantina”, tra concerti, reading, incontri, serate e mostre. Tutte fuoriporta. L’occasione giusta per conoscere i sei distretti di produzione delle bollicine di montagna. Per esempio, lasciando Lavis, sabato 23, alle u, saremo “illuminati dalla bellezza” del giardino verticale ottocentesco Bortolotti, ascoltando jazz e degustando un calice di Trentodoc Monfort, oppure, il giorno dopo, sempre alle 11, la location per una degustazione di millesimati e riserve di Ferrari Trento sarà Villa Margon, capolavoro rinascimentale riportato all’antico splendore dalla famiglia Lunelli, quelli del “Ferrari”.

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