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Corriere della Sera

Dinastia Frescobaldi. Shopping per 100 milioni. L’Unione fa la crescita … Il Gruppo si espande con le acquisizioni e affronta il passaggio generazionale con regole e statuto. “Siamo coesi, reinvestiamo gli utili per irrobustirci”, dicono Tiziana e Lamberto… Il marchese Lamberto, figlio di Vittorio, dice: “Conosco ogni zolla, ho vissuto qui da bambino”. La marchesa Tiziana, sua cugina, figlia di Dino, fa i calcoli: “Noi siamo la trentesima generazione, c’è la trentunesima in arrivo: una trentina di nipoti di età compresa tra i 6 mesi e i 42 anni. L’ultima nata è Assia, figlia del cugino Matteo”. La dinastia vitivinicola dei Frescobaldi si allarga, progetta altre acquisizioni e prepara per tempo il passaggio generazionale. La parola che si sente pronunciare più di frequente, se si parla con i due viticoltori del Brunello, dell’Ornellaia, del Luce, del Pomino Vin Santo che hanno terreni per 1.700 ettari in Toscana, Friuli Venezia Giulia, negli Stati Uniti, è “coesione”. Questo dichiarano di cercare nel passaggio generazionale gli imprenditori del gruppo fiorentino, vincitore del 18mo premio Alberto Falck-Aidaf “Migliore azienda familiare 2023”. Il riconoscimento è stato assegnato giovedì 5 ottobre a Firenze dall’associazione delle aziende familiari presieduta da Cristina Bombassei. Riflette una storia di sette secoli e l’evoluzione di un gruppo che, pur guardando all’estero, è rimasto vicino al territorio. “Per noi è un momento molto buono – dice Tiziana Frescobaldi -. L’azienda è uscita da un periodo difficile come la pandemia rafforzandosi e l’unione della famiglia è stata fondamentale”. Anche per le acquisizioni. Dopo la tenuta Calimaia, ex Corte alla Flora, ceduta da Sergio Cragnotti nel 2021 (Vino Nobile di Montepulciano), quella di Poggio Verrano in Maremma rilevata o scorso maggio (Dromos, vini rossi di struttura) e il Domaine Roy & Fils in Oregon in luglio (pinot nero e chardonnay) solo nel post Covid - ci sono altri dossier sul tavolo. “Abbiamo investito 60 milioni negli ultimi quattro anni e c’è un piano importante di acquisizioni e ammodernamenti - dice Lamberto: almeno 40 milioni nei prossimi 24 mesi”. Mentre l’export cresce: “L’anno prossimo inizieremo a esportare dagli Usa verso l’Europa e l’Asia, in Giappone e in Corea del Sud dove ivini dell’Oregon hanno una buona richiesta. Sia per il vino italiano che per quello americano c'è poi domanda nelle Filippine, in Indonesia. La Cina la teniamo in considerazione, copre l’11% del giro d’affari. Stiamo anche cercando di andare in Africa, ci sono opportunità”. L’incursione di esponenti della finanza nella filiera del vino (Clessidra e Investindustrial, per esempio) dell'ultimo biennio è vista da Lamberto Frescobaldi come “un’opportunità, perché dà professionalità al settore, porta management, competenze”. E i fondi di private equity “sono complementari”, comprano più marchi che asset. “Noi siamo diversi, cerchiamo la terra, piantiamo e cresciamo la vite”. Tiziana Frescobaldi è presidente della holding Compagnia de’ Frescobaldi, Lamberto della Marchesi Frescobaldi che dalla holding è controllata per intero, inoltre presiede l’Unione italiana vini dallo scorso anno. Il gruppo (700 dipendenti “di grande supporto”) ha chiuso il 2022 con ricavi dichiarati a 153 milioni (dai 135 nel 2021, un centinaio nel 2017), ormai per il 67% dall’estero, e 12,5 milioni di bottiglie pro dotte (12 milioni l’anno prima) “soprattutto nella fascia medio alta, sopra i 18 euro”. Per quest’anno il fatturato è previsto stabile. Il margine operativo lordo dichiarato è alto, il 39% dei ricavi. Ma per capire che cos'è la Frescobaldi: “Qui non si vede nessun familiare che giri con la macchina sportiva o abbia una barca – dice Lamberto -, benché la nautica sia un fiore all’occhiello dell’Italia. L’utile viene investito tutto nell’azienda per darle stabilità. Abbiamo ben chiaro il fatto che le imprese possono scoprirsi fragili, bisogna irrobustirle. Le aziende familiari devono strutturarsi, investire, dare professionalità ai dirigenti”. Pergovernare il passaggio di testimone l’azienda ha stilato uno statuto di famiglia. Le regole per entrare: una laurea, un master affine agli affari, dall’agricoltura all'economia. E cinque anni d’esperienza maturata in un’altra azienda. I giovani quelli che lo desiderano, perché anche Lamberto teme che a volte “chi è andato a studiare all’estero poi scelga di non tornare più” - vengono quindi inseriti nella prima linea manageriale, ma “qualunque presenza familiare dev’essere in accordo con il management - dice Tiziana -. Bisogna essere un po' umili”. “Ci vuole volontà e un certo spirito di sacrificio - dice il presidente della Marchesi Frescobaldi -. Entrare in un'azienda di famiglia non è come lavorare per terzi, è una specie di missione». Lamberto ha tre figli, Vittorio, Leonia e Carlo, ma sono tanti gli eredi Frescobaldi tra i 25 e i 35 anni e per tutti valgono le regole. “Il passaggio generazionale è una questione che la nostra famiglia si è posta da tempo, vista l’ampiezza del gruppo - dice Tiziana Frescobaldi -. Va gestita con equilibrio. Stiamo lavorando per avvicinare all'azienda i giovani, motivandoli. Chi vuole entra, chi non vuole no, l’importante è che resti un buon azionista”. L’ultimo incontro è stato nella tenuta Perano, Chianti classico. Una ventina i giovani, tema: l’educazione alimentare. “Il consumo di superalcolici è esploso - dice Lamberto - ma è diverso dal vino che non arriva al 20% del consumo di alcool in Italia e dev’essere sempre moderato”. Nel consiglio d’amministrazione della holding sono rappresentati i cinque rami familiari: Tiziana; Lamberto con il padre Vittorio, che è presidente onorario; Maria Bernini che ha cinque figli tra cui Stefano, che è vicepresidente e direttore dei mercati esteri; Ferdinando che ha tre figli tra cui Matteo, padre dell’ultima nata Assia, che si occupa del “non vino» (olio e pasta, lanciata di recente); e Leonardo la cui figlia Diletta siede nel board, ma lavora altrove. In più ci sono tre consiglieri indipendenti. Sempre in nome dell'unità familiare l’apertura del capitale, per ora, non è un'opzione. “Non è all’ordine del giorno- dice Lamberto – anche se sappiamo che c’è quest’opportunità”. “In questo momento non abbiamo bisogno di ingressi esterni dice Tiziana – C’è una presenza familiare coesa e la volontà di tutti di crescere”. L'ideale di Lamberto è raggiungere la marginalità di settore che ha la Francia, ma se anche il mercato del vino è previsto in calo quest’anno (“Forse oltre il -6%, i magazzini della cantina Italia a fine luglio erano pieni”) la fascia alta continua a vendere e i Frescobaldi coltivano il sociale, oltre alla vite. I vigneti del Gorgona, vino prodotto con i detenuti sull’isola omonima, sono previsti salire a 2,8 ettari l’anno prossimo, più del doppio rispetto al 2017. Inoltre è partito il luglio un progetto di committenze d’arte affidato alla scultrice Daniela De Lorenzo e a Massimo Bartolini che, secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbe essere l’artista del Padiglione Italia della Biennale nel 2024. Un po’ come gli antenati supportarono il Brunelleschi.

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