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Corriere della Sera

Peso della bottiglia ed energia. Dalla Sicilia il protocollo che rende il vino più leggero… “Il nostro periodo è molto più breve rispetto a quello della storia dei luoghi. A un certo punto, a starci, nei luoghi, scopriamo che si appartengono. Ciò che li arricchisce è lo scambio con le persone, ma loro restano”. Il conte Alberto Tasca d’Almerita è discendente di una dinastia di viticoltori siciliani che ha tramandato di generazione in generazione il rispetto per la terra con la cantina di famiglia, Tasca d’Almerita, fondata nel 1830 nella Tenuta Regaleali e oggi custode di cinque tenute in altrettanti territori siciliani. “Negli anni duemila si parlava di
biodinamico Io ho scelto di conservare la modalità tradizionale con un'agricoltura integrata dalla compatibilità con l’ambiente quantificabile in maniera scientifica”. Con il tempo questa valutazione ha dato forma a quello che oggi è Sostain, un protocollo di sostenibilità calato sull’Isola e sulle sue specificità e che punta a delineare un approccio scalabile e adeguabile a ogni produzione. Nato nel 2010, questo è pensato per una viticoltura dall’impatto sempre più leggero. “La sostenibilità non esiste in senso universale. È tarata sulle caratteristiche del territorio. Va contestualizzata”, spiega Tasca, che è anche presidente della Fondazione Sostain - cui il programma fa capo -, nata per agevolare la condivisione delle best practices finalizzate al rispetto dell’ecosistema attraverso la ricerca e la formazione. Creato dai produttori per i produttori, il protocollo è stabilito da un comitato tecnico-scientifico in collaborazione con chi al vino lavora, che conosce le esigenze della terra e del mestiere, attraverso il supporto del comitato operativo della Fondazione. Con la gestione di un consiglio direttivo rappresentato dalle aziende che del programma sono madri - oltre a Tasca, la cooperativa Settesoli, Pianeta, la coltivatrice indipendente Occhipinti e Feudo Arancio. E si pone come metro di valutazione per chi già segue la linea della produzione green e come guida per chi, invece, ancora vi si sta avvicinando. In particolare, è uno strumento utile per quei piccoli viticoltori che necessitano di un sostegno nel reperimento dei dati e nello sviluppo di un metodo. E basato, infatti, su indicatori scientifici comparabili e requisiti minimi. A partire dal principio per cui le attività agricole non influenzano solo i campi che si coltivano, ma anche il benessere dei lavoratori, la salute dei consumatori, la valorizzazione del territorio circostante e la conservazione delle risorse naturali. “Il primo degli indicatori è l’adesione allo standard Viva, il programma di sostenibilità promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare”, spiega Lucrezia Lamastra, presidentessa del comitato scientifico di Sostain. “Gli altri sono ispirati ai disciplinai della produzione biologica e integrata”. No al diserbo chimico, dunque. E, poi, l’attenzione per la biodiversità, per cui le aziende sono tenute a creare uno spazio non vitato proporzionale, in dimensioni, ai possedimenti della cantina. Ancora, energia e peso della bottiglia. Uso di materiali eco compatibili in vigneto, impiego di sole uve siciliane e analisi specifiche per la sicurezza dei consumatori.
Infine, l’impegno a stilare un report di sostenibilità entro l’arrivo della primavera. Rispetto a questi fattori, Al programma non si limita a imporre un vademecum di azioni a cui attenersi, ma - a differenza del Viva - dà una soglia numerica”, spiega Lamastra. “Per esempio, lo standard di dispendio energetico per la produzione di ogni bottiglia è di 0,7 chilowattora ciascuna. Oppure, abbiamo stabilito che, escluse quelle usate per gli spumanti, le bottiglie devono pesare, in media, meno di 550 grammi. Su queste, tuttavia, per il territorio, la questione è complessa, considerato che la maggior parte del vetro arriva dal Nord della Francia. Lo stabilimento siciliano O-i, di recente, ha iniziato a produrne una dedicata a Sostain”. Tra i requisiti, occorre rinnovare la certificazione Viva ogni due anni, con raccolta di dati e verifica fatte da terzi. Nel periodo che intercorre tra un’analisi e l’altra, la cantina è tenuta a implementare il percorso verso la riduzione dell’impatto. Ognuna, in particolare, nell'ambito che sente più affine: Tasca, per esempio, sta investendo molto nella sostenibiità del vetro. “Vorremmo arrivare a sensibilizzare il consumatore medio che associa il valore del vino al peso delle bottiglie”, spiega il conte. Altre si stanno concentrando sulla filiera, riducendo la distanza di provenienza di ogni risorsa, oltre alle uve, che impiegano. “L’obiettivo del programma è favorire la progettazione europea usando Sostain come sperimentazione”, spiega Lamastrd. “In questo momento sto elaborando i dati che abbiamo per confrontare le performance delle aziende aderenti con quelle delle altre aziende d'Italia, e dare un valore ai risultati delle nostre azioni di miglioramento”.

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