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Corriere della Sera

La luce del cabernet esplode a Montalcino … Lamberto Frescobaldi lancia il Lux Vitis nella terra del Sangiovese. L’enologo Stefano Ruini: “Un vino fresco, potente, speziato e complesso”... Lei su una fuoriserie americana, così larga da non varcare i vicoli senesi; lui nel castello, con il titolo di principe di Montalcino. Nel film La ragazza del palio di Luigi Zampa, del 1958, Diana Dors e Vittorio Gassman si inseguono, si schivano, si corteggiano, tra fiaschi e arazzi. Lui dilette sulla possibilità di dare il suo nome a un vino diverso da quelli del borgo del Brunello. Ma cambia idea, “perché generazioni di montalcinesi si arrabbierebbero”. Sessant’anni dopo, un altro nobile toscano, il marchese Frescobaldi, ha compiuto il percorso inverso: ha portato a Montalcino, dove il Sangiovese è venerato come una divinità discendente in via diretta da Dioniso, un vitigno francese, il Cabernet Sauvignon. E ha lanciato il Lux Vitis, che non poteva che avere un’etichetta esplosiva, a metà tra un cielo di fulmini e uno spettacolo di fuochi artificiali, “un “big bang” che rompe il vuoto con la propria energia creativa”. I sei decenni trascorsi dai tormenti del principe Gassman hanno abbattuto più di uno steccato. Facendosi spazio tra i cultori del Sangiovese, ora Frescobaldi può affermare, senza far arrabbiare i montalcinesi, che Lux Vitis “è una nuova interpretazione di Montalcino. Dai vignaioli di queste colline - dice il presidente del gruppo - ho imparato che bisogna provare e riprovare. Ci si lancia solo quando si è pronti”. L’annata del primo Lux Vitis, presentato in anteprima alla vigilia della Milano Wine Week, è la 2015. “Il risultato - dice l’enologo Stefano Ruini - è un vino fresco, potente, speziato e complesso. Lo volevamo intrigante, non monolitico. La bellezza è sfaccettata, altrimenti diventa noiosa”. Lux Vitis nasce nella Tenuta Luce, il frutto della visione di Vittorio Frescobaldi e Robert Mondavi agli inizi degli anni Novanta, a sud-ovest di Montalcino, 249 ettari di cui 88 con i vigneti. L’icona della Tenuta è il Luce, il vino che al Sangiovese ha associato il Merlot. Poi sono arrivati il Lucente, con lo stesso uvaggio, e il Brunello Luce. Ora con le 6.000 bottiglie di Cabernet Sauvignon in purezza, il nuovo passo avanti. “Dal 2004 racconta Frescobaldi abbiamo acquistato anche le quote di Mondavi. Poco prima ci siamo aggiudicati all’asta alcuni terreni confinanti. Un’altra porzione era finita a un imprenditore svizzero. Noi abbiamo scelto di piantare il Cabernet Sauvignon, perché sotto c’era terreno sabbioso. Lo svizzero copiò la scelta, dicendo: tanto alla fine dominerete voi e io uscirò con le ossa rotte”. Così è stato, e ora Tenuta Luce può contare su 3 ettari di questo vitigno. Dopo undici anni di test (e la costruzione di una nuova cantina) il Lux Vitis è pronto, sotto il blasone di Frescobaldi. E anche il principe di Montalcino Vittorio Gassman sarebbe d’accordo.

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