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Corriere della Sera

Non solo grappe: l’alcol del Veneto disinfettante per la Protezione civile ... Un gruppo di cantine concorrenti ma unite in un progetto comune: con le vinacce delle loro uve distillati ettolitri di disinfettante. Le prime diecimila bottiglie già regalate alla Protezione civile. Il produttore trevigiano Giorgio Cecchetto: “Non ci fermeremo”...Tutti uniti per la Protezione civile. Un gruppo di cantine venete ha lasciato perdere, per una volta, divisioni e contrasti. E si è unito per una iniziativa solidale: trasformare le vinacce in disinfettante utile a fermare la diffusione del Covid-19. La trasformazione del potenziale vino in spray per pulire mani e oggetti era stata incoraggiata nei mesi scorsi anche dal ministro per l’Agricoltura Teresa Bellanova. Erano stati stanziati 50 milioni di euro per distillare il vino comune. Un provvedimento che non ha centrato il bersaglio perché nei mesi più duri del lockdown, con i ristoranti chiusi, il vino comune è stato comunque venduto nei supermercati. E il prezzo offerto dal governo, circa 30 euro a ettolitro per un vino di 11 gradi, è stato considerato troppo basso. Nonostante ci fossero fondi statali disponibili, quindi, i vignaioli hanno contribuito meno del previsto a ridurre il fabbisogno di alcol sanitario per ospedali e case di cura. L’idea della svolta è venuta a Giorgio Cecchetto, un produttore trevigiano della zona del Piave, l’uomo che ha ingentilito il Raboso (“vino duro, denso, quasi oleoso, vino da chiòche [sbronze, ndr] ma onesto, semplice, un vero amico”, lo definì lo scrittore Mauro Corona, ricordando quando negli anni Settanta lo si beveva nelle scodelle all’osteria). “Nei mesi del Covid - racconta Cecchetto, titolare dell’azienda agricola di Vazzola che prende il suo nome - ci siamo dedicati al delivery. Portavamo il vino nelle case di chi lo voleva acquistare. All’inizio volevamo donare il ricavato di questa attività per noi nuova alla Regione Veneto. A maggio però, alla fine del lockdown, abbiamo pensato che la donazione a Palazzo Balbi, la sede della Regione, sarebbe stato un gesto banale. Così ci siamo rivolti all’Asl 2 e il dirigente ci ha confermato che quello di cui avevano bisogno era alcol disinfettante”. Per ricavare alcol dalle vinacce, le bucce degli acini dell’uva dopo la prima fase della vinificazione, bisognava trovare un distillatore. Di solito le vinacce servono per la grappa. Ed è a un produttore di grappa, Castagner, con base a Visnà di Vazzola, che si è rivolto Cecchetto. Insieme sono corsi a Venezia, per proporre l’iniziativa solidale al governatore Luca Zaia. Ottenendo rapidamente il via libera. “Avremmo potuto - spiega Cecchetto - scegliere una etichetta nostra, ma volevo coinvolgere più cantine possibile per dare una segno visibile della solidarietà dei veneti a chi è impegnato in prima linea contro il Coronavirus”. Una dopo l’altra si sono schierate cantine sociali e cantine private che proprio in questi mesi sono su fronti opposti per decidere chi guiderà il Consorzio Prosecco Docg proseguendo l’importante lavoro del presidente uscente, Innocente Nardi. L’elenco di chi ha regalato le vinacce comprende nomi molto noti del Prosecco come Adami, Astoria, Bisol, Bortolomiol, Col Vetoraz, Villa Sandi. Cantine sociali importanti: Colli del Soligo, Produttori Valdobbiadene, Orsago, Vazzola, Vi.vo. Grandi gruppi come Cantine Riunite, che controllano il marchio Maschio. Un altro vignaiolo del Raboso, Simone Cecchetto di Ca’ di Raio. E oltre al Distilleria Acquavite di Castagner partecipano le cantine Drusian Francesco, Marcello Del Majno, Bortolin Angelo, Ceviv, Foss Marai Spumanti, Pradelle Giovanni, Tenuta Bonotto delle Tezze, Viticoltori Ponte. Alla fine di ottobre saranno regalate alla Protezione civile le prime diecimila bottigliette spray da un litro. Il prodotto si chiama Maxi grado, perché di gradi ne ha 77, ottenuti con una doppia distillazione. “È italiano, gratuito, completamente tracciabile, migliore dell’alcol ottenuto con barbabietole o altri prodotti. Siamo la prima regione vitivinicola d’Italia, siamo stati fortunati con il fenomeno Prosecco: da questa terra che ci ha dato tanto abbiamo il dovere di restituire qualcosa alla società civile. È un progetto che continuerà negli anni. Perché ormai il gesto di disinfettarsi le mani accompagnerà le nostre vite”.

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