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Corriere della Sera

Il ritorno dei calici … Vinitaly, un’edizione speciale che conferma la ripartenza… Certo, i ristoranti chiusi, i bar con le serrande abbassate e le visite in cantina azzerate. Ma non solo questo: le gelate e la siccità, e ora l’aumento vertiginoso dei prezzi del vetro per le bottiglie, della carta per le etichette, dei trasporti, persino dei concimi. È stato un periodo nero per il vino non solo italiano. Ma ora, anche per questo settore dell’economia, la fine della tormentata stagione del Covid “è finalmente in vista”, come ha annunciato il premier Mario Draghi. I segnali di ripresa sono numerosi. Come il ritorno del Vinitaly in presenza a Verona, con una forma inedita e la trasformazione (momentanea) da evento di massa a mega salotto per i professionisti del settore, per incontri, degustazioni, convegni e dibattiti che si incroceranno con gli appuntamenti di Wine2wine, un forum di due giorni con 100 relatori internazionali e 1.500 operatori e manager. I primi a capire che il vento è cambiato sono stati gli investitori. Quelli che “scommettono sull’aumento del valore delle cantine nonostante il colpo dato dal Covid 19 alla domanda di vino”, ha scritto pochi giorni fa Anna Hirtenstein del Wall Street Journal. Rispetto all’anno scorso “le operazioni di fondi di private equity per investire in cantine, vigneti e distributori di settore sono aumentate del 75%. Sono stati spesi 8,1 miliardi di dollari in fusioni e acquisizioni nel settore del vino, contro i 1,8 miliardi dell’anno scorso”. La riapertura dei ristoranti, il ritorno del turismo, il mondo del lavoro che esce dal lockdown hanno ridato fiato alle aziende che quest’anno sono alle prese con una vendemmia più scarsa del solito: una riduzione vicina al 9%, secondo le stime di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini. Restiamo i primi produttori del mondo, con 44,5 milioni di ettolitri previsti, rispetto ai 40 attesi in Spagna. Mentre la Francia del vino, flagellata dagli incendi oltre che dalle gelate dalla Champagne alla Provenza, dovrà fare i conti con una riduzione delle uve fino al 30%, ha calcolato il ministero dell’Agricoltura. La qualità dell’uva raccolta in tutta Europa, è comunque buona. «Alcuni vignaioli dicono che l’uva sopravvissuta sembra incredibile - scrive Elen McCoy di Blooomberg, citando Bolgheri come uno dei possibili grandi successi del 2021. “Un’annata dal grande potenziale», conferma Priscilla Incisa della Rocchetta della Tenuta San Guido, quella del Sassicaia. C’è ottimismo, dalle Langhe di Gaja alla Sicilia di Planeta. Fino a Montalcino, dove nonostante la riduzione del 15% delle uve, già si celebra “l’altissima qualità dell’annata, per un vino eccellente, direi perfetto”, prevede Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello. Come sempre sono i dati dell’export a fornire potenza e peso commerciale del vino italiano. L’Istat calcola che nel primo semestre del 2021, rispetto al 2019, è stato esportato il 10,8% in più di bottiglie dalle 45.600 aziende vinificatrici italiane. L’anno scorso l’effetto Covid aveva fatto perdere il 2,3% dell’export, attestato a 6,3 miliardi di euro. Ora si sta tornando alla normalità, come sta dimostrando l’analisi dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sui dati doganali nei primi sette mesi di quest’anno: «Nei 13 principali mercati della domanda di vino, che rappresentano i 3/4 delle vendite enologiche dell’Italia, gli scambi globali tra domanda e offerta salgono del +10,3% sul 2020 e si riportano in linea con i valori 2019». Corre anche la Francia, ma noi acceleriamo di più. Negli Stati Uniti e in Germania, il balzo delle vendite dei vini italiani supera il 9%. È a doppia cifra in Svizzera, Canada, Russia e Cina. La crescita in valore è dell’8,5% rispetto al 2019, mentre la Francia si attesta al +3,7%. Crescono i prezzi, soprattutto quelli degli spumanti (+18%), come se fosse aumentato il desiderio di vini più gioiosi, per festeggiare la ritrovata convivialità dopo i mesi d’isolamento. Scambiarsi opinioni a tavola, e ora anche al banchetto di una fiera, è la nuova normalità. Le cifre sono lo specchio del sollievo ritrovato post Covid. Dopo i mesi trascorsi tra degustazioni online e acquistando bottiglie sulla Rete invece che dopo una chiacchierata in un’enoteca, il mondo del vino ritrova il suo compito storico: unire le persone. Per il piacere di stare assieme. E per dare una spinta alla ripartenza del settore. Come accadrà alla Special edition del Vinitaly di Verona.

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