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Corriere della Sera

Vino, un brindisi per ripartire grazie all’export … Le 106 maggiori aziende vitivinicole italiane si aggiudicano più del 60% del fatturato dell’intero mercato e hanno girato la boa del difficile 2020 meglio del settore. Forti segnali di ripresa ovunque nei primi mesi del 2021, specie all’estero… Il primo semestre 2021 ha riportato fiducia tra le vigne: ci sono segnali di ripresa ovunque e c'è anche un futuro verde all’orizzonte: l’Italia è la prima nazione in Europa a imboccare la strada della sostenibilità, grazie alla recente approvazione del decreto ad hoc da parte del governo. Una boccata di aria fresca che aiuta a lasciarsi alle spalle un anno da dimenticare. Il mercato del vino ha chiuso i conti 2020 con 3 miliardi di ricavi in meno, pari a un decremento del giro d’affari del 24%. In flessione anche l’export: dopo anni di crescita ininterrotta, le esportazioni hanno invertito la marcia con vendite pari a 6,3 miliardi, il 2,4% in meno del 2019. Naturalmente ogni cantina ha la sua storia e in funzione di molti fattori, primo tra tutti l’organizzazione commerciale, è stata in grado di fronteggiare in modo più o meno efficace la congiuntura sfavorevole. A pagare di più sono state le cantine piccole e medie legate principalmente al canale horeca (hotel, ristoranti, bar) messo In ginocchio dai lockdown. Mentre le aziende maggiori, e in particolare quelle dotate di una strategia distributiva multicanale, sono riuscite a contenere le perdite e anche a mettere a segno ottimi risultati. È il caso di molte aziende che compongono l’esclusiva classifica delle 106 maggiori realtà vitivinicole nazionali. Un campione significativo dell’industria nazionale del vino che rappresenta i1 61,8% del giro d’affari totale del settore, i162,2% delle esportazioni e il 61,3% del fatturato domestico. Complessivamente le 106 cantine hanno registrato un giro d’affari di 6,7 miliardi, un export di 3,9 miliardi e 2,7 di incassi sul mercato domestico. A conferma della difficile annata, anche questo campione dai grandi numeri ha chiuso il 2020 con un decremento del fatturato del 3,22%, sintesi di un incremento dell’export del 2,4% e di una flessione del 10,2% del lavoro in Italia. Molto meno del resto del mercato. Protagoniste della classifica sono 65 aziende private e 41 cooperative. Nel segmento privati ci sono forti differenze.

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