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Corriere della Sera

Elvira, l’ex ribelle figlia d’arte diventa la prima regina del Prosecco Superiore ... Bortolomiol: stop alla crescita, ora puntare a prezzi migliori... La via gentile al Prosecco. Elvira Bortolomiol è la prima presidente donna del Consorzio Docg che tutela le bollicine italiane più famose, quelle delle colline di Conegliano e Valdobbiadene (15 Comuni, più di 7.500 ettari). Per proclamare l’elezione della vignaiola che prende il posto di Innocente Nardi ci sono voluti 14 mesi di scontri. Con lei alla guida di un regno spumeggiante che ha triplicato le vendite in meno di vent’anni, il Prosecco Superiore cambia rotta: “L’obiettivo non è aumentare ancora le vendite, ma aumentare il valore delle bottiglie, facendo salire il prezzo medio”, dice Bortolomiol. Una svolta per una zona che fa stappare più di 90 milioni di bottiglie l’anno, in Italia e nel mondo. A differenza dei “cugini” del Prosecco Doc (500 milioni di bottiglie) e della Docg Asolo (18,7 milioni), la neo presidente chiude la porta al Rosé, l’avventura vinicola iniziata da qualche mese tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Elvira è una figlia d’arte. Il padre Giuliano fondò una Confraternita per ricostruire 1.200 ettari di vigne distrutte dalle bombe della Seconda guerra mondiale. Il suo Prosecco piaceva alle star: John Wayne se ne faceva mandare qualche càssa a Hollywood e Nino Manfredi, per simpatia con Giuliano, lo inserì in una scena del film “Nudo di donna”, nel 1981, durante un brindisi: “Bono. Che è Bortolomiol?”. Convinto che le sue quattro figlie non fossero in grado di mandare avanti una cantina, papà Giuliano voleva vendere tutto. Invece Elvira e le sorelle (Giuliana, Luisa e Maria Elena) hanno smentito il pessimismo paterno. Lei all’inizio era una ribelle, e si era trasferita in Bolivia dopo la laurea. “Fino a quando ho capito che la vera rivoluzione era tornare a casa e proseguire il lavoro innovativo di mio padre, puntando sulla sostenibilità e iniziando a produrre vini bio nei nostri 170 ettari di vigneto”, ha raccontato. Perché la sua elezione è stata più travagliata di quella di un capo di Stato? “Ci sono state incomprensioni sulla rappresentanza delle varie categorie rappresentate nel Consorzio. Sono state rinviate le elezioni che si dovevano tenere nel maggio del 2020. Chi ha vinto? La categoria dei viticoltori è stata penalizzata, non ha la maggioranza. Sono state riconfermate le presenze di vinificatori e imbottigliatori. Ma alla fine c’è stato un voto unanime su di me”. Quello del vino è un mondo maschilista? Ha trovato ostacoli per questo? “Sono già stata vice presidente del Consorzio, la prima donna. Se c’è la passione per il territorio, il genere maschile o femminile non fa la differenza. Ma all’inizio, 20 anni fa, ho avvertito difficoltà a farmi strada. Ho dovuto fare del mio meglio per superarle, con molta energia”. Il mondo del Prosecco è stato attaccato dagli ambientalisti per l’uso intensivo di fitofarmaci e la monocultura viticola. Cosa farete? “Ci sono dati che dimostrano che da anni lavoriamo per la sostenibilità. Abbiamo adottato un protocollo di lavoro, eliminato il diserbante al glifosato. E intendiamo incrementare la sostenibilità ambientale e sociale. Nelle nostre coline ci sono molti boschi che compenseranno le emissioni di anidride carbonica”. Il mondo del Prosecco Superiore può crescere ancora o si deve fermare? “Il Prosecco Superiore, le cui colline sono Patrimonio dell’Unesco, deve puntare sul valore. Non credo che ci sia spazio per aumentare volumi. Serve un maggiore riconoscimento del mercato per aumentare i prezzi”. Cosa pensa del gruppo di produttori che ha chiesto di rinunciare al nome Prosecco per I vostri vini? “Il binomio Prosecco Superiore e Conegliano-Valdobbiadene identifica perfettamente il nostro vino”. Quali sono le sue priorità? “Nominare un direttore. Mettere a punto marketing e comunicazione per valorizzare la scelta dell’Unesco. Puntare sull’enoturismo che sta crescendo e sulla sostenibilità. E condividere la strategia con gli altri due Consorzi del Prosecco”. Che hanno lanciato il Rosé. E voi? “Non è sul nostro tavolo di discussione”. Suo padre guidò la ricostruzione enologica del Dopoguerra, a lei tocca la presidenza durante la guerra al Covid. “Ci ho pensato. Come allora è il momento per ripartire con coraggio e reinventando-, si il futuro”.

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