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Corriere Della Sera / Corriere Economia

“Lo champagne non fa più paura” ... Ormai consacrata l’ascesa del metodo classico che conquista sempre più mercati internazionali... Diverse e senza il minimo senso di inferiorità. Le bollicine italiane rivendicano il loro orgoglio nei confronti dello champagne e l’andamento del settore lo dimostra: le importazioni dalla Francia verso il nostro Paese stanno calando. Nel 2000 abbiamo importato da oltralpe 9,5 milioni di bottiglie, nel 2007 un milione e mezzo in meno, come suggeriscono i dati del Forum Spumanti d’Italia. E chi questo orgoglio lo sente molto è la famiglia Lunelli, proprietaria della prima cantina italiana di metodo classico o champenoise, che nel 2007 ha raggiunto un traguardo importante: ha toccato quota 5 milioni di bottiglie. “Il mercato ha grandi prospettive - commenta Matteo Lunelli, amministratore delegato del gruppo e vice-presidente delle Cantine Ferrari -. In Italia, dove si producono 300 milioni di bottiglie di spumante l’anno, il consumo delle bollicine più nobili, il metodo classico, è in continuo aumento. Siamo passati dai 12 milioni degli anni Novanta ai quasi 21 milioni del 2007 e di bottiglie se ne creano oltre 22 milioni l’anno”.

Le bollicine piacciono sempre di più e si apprezzano non soltanto nelle festività o per celebrare una ricorrenza ma anche come aperitivo e a tutto pasto, in pratica si sono “destagionalizzate”. Niente crisi? “La crisi si sente e all’estero particolarmente negli Stati Uniti e in Russia. In Italia si è fatta sentire soprattutto nella grande distribuzione, ma per il medio e lungo periodo sono ottimista. Ci aiuta la forza del nostro marchio: la grande ristorazione non rinuncia alle nostre etichette”. Conquistata la leadership in Italia, casa Ferrari non nasconde oggi le sue ambizioni oltre confine. “La sfida - osserva Matteo Lunelli - è quella di conquistare i mercati esteri dove abbiamo ampi spazi di crescita. Attualmente guardiamo a cinque mercati principali: Usa, Germania, Giappone, Scandinavia e Russia”.

La strategia per conquistare gli stranieri e contrastare lo champagne fa perno sullo stile di vita italiano. “Puntiamo oltre che sulla qualità delle nostre bollicine, sulla nostra identità e tradizione ultracentenaria, facendo leva sull’amore e la passione di cui gode lo stile di vita italiano nel mondo. All’estero si può vincere proponendo la propria identità”. La collaborazione con i marchi del design e della moda fanno, all’interno di Altagamma, l’associazione che riunisce i grandi nomi del lusso, da volano. Non a caso, per esempio, all’apertura del negozio a Tokio di Valentino o al Bosco Fashion Week di Mosca si è brindato con Ferrari.

Altro punto-chiave per crescere è l’innovazione, nel segno della filosofia e della tradizione dell’azienda e del legame con il territorio. “Cerchiamo di innovare a 360 gradi in ogni fase della filiera, dalla vigna alla tavola e nel totale rispetto della natura - spiega Lunelli -. Nei nostri vigneti, per esempio, non usiamo insetticidi, ma facciamo ricorso a un metodo biologico chiamato in un modo che può far sorridere: la confusione sessuale, che consiste nell’impedire l’accoppiamento tra gli insetti e, di conseguenza, lo sviluppo di larve dannose alla produzione. Speciali diffusori rilasciano un ormone simile a quello naturale della femmina e confondono il maschio che, non trovando più la femmina, non riesce a riprodursi”. Innovazione vuol dire anche creatività continua e l’ultima creazione Ferrari è il Perlé Nero, un millesimato Blanc de Noirs che ha subito ottenuto i Cinque Grappoli, il massimo punteggio dell’Associazione Italiana Sommelier. Altro aspetto strategico irrinunciabile in tempi di crisi è il marketing: per diffondere il marchio, i Lunelli hanno deciso di lanciare i “Ferrari Lounge”, locali dove sperimentare nuovi modi di vivere le bollicine. Il primo è stato aperto a Madonna di Campiglio, successivamente a Roma e a Napoli e in futuro sono previste aperture nelle principali località turistiche italiane.

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