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Corriere Della Sera / Corriereconomia

Vino, latte e tabacco il partito verde di Zaia ... Lobby agricole tra le più attive. Obiettivo: condizionare Bruxelles. Anche il mondo dell’ippica bussa alle porte del ministro leghista... Non solo auto. Contro l’Unione Europea, anche le lobby italiane dell’agricoltura partono alla riscossa. Sono meno conosciute, ma alcune molto potenti, come quella del tabacco. Alte, come quella del vino, si compattano adesso che l’Ue sta per estendere la sua influenza e imporre cambiamenti che tolgono potere alle organizzazioni nazionali. Altre ancora, come quella del lane, sono frazionate ma molto agguerrite e, nonostante oltre 20 anni di battaglie per l’annosa questione delle quote, non sono mai riuscite a ottenere nulla. Tutte hanno interessi da rivendicare a Bruxelles. E da quando si è insediato il governo Berlusconi hanno capito che il terreno è diventato piè fertile. Da Roma soffia un vento nuovo e, come ha messo in evidenza l’atteggiamento nel contenzioso sul pacchetto-clima, l’Italia è disposta a contrapporsi agli altri partner. Proteste e richieste: il ministro alle Politiche agricole Luca Zaia fa sponda. Il 17 e il 18 novembre a Bruxelles ci saranno i negoziati di chiusura per la riforma della Politica agricola comune (Pac). Il fronte del tabacco è una delle questioni sul piatto. L’Ocm prevede che dal 2009 siano eliminati gli aiuti alla produzione. E Confagricoltura, l’organizzazione che rappresenta molti dei coltivatori d tabacco italiani, è molto attiva. A portare avanti la “causa” è il presidente nazionale per il tabacco, Mario Pasti, produttore veronese. E proprio a Verona il 4 novembre Zaia ha chiamato a raccolta i ministri dell’Agricoltura dei Paesi dell’ Ue che producono tabacco, tra cui la Polonia. Al nostro Paese il tema sta molto a cuore. L’Italia negli ultimi anni ha già investito in macchinari ed è diventato il primo Paese produttore in Europa. Nel mondo c’è lo strapotere della Cina, che copre il 40% del mercato globale. Il pericolo è che, senza aiuto, il tabacco cinese prenda il posto di quello italiano ed europeo. Che dicono da Confagricoltura “è di migliore qualità perché deve sottostare a standard qualitativi”. Da un anno tutta la filiera - coltivatori, sindacati dei lavoratori, associazioni dei trasformatori - tiene incontri per trovare una linea comune. E oggi dicono di aver trovato un interlocutore disponibile nel ministro. “Ci ha ricevuto parecchie volte - dice Pasti - e siamo sicuri che porterà le nostre richieste al tavolo del Consiglio dei ministri agricoli europei”.
Anche il settore del vino è in movimento. Il 1 agosto 2009 entrerà in vigore una regolamentazione comunitaria che manderà in pensione le nostre denominazioni, Doc, Docg e Igt. Le denominazioni saranno uniformate e gestite a livello europeo, con l’utilizzo dei marchi “Dop” e “Igp”. Il rischio è di perdere le specificità e l’identità del patrimonio enologico italiano e di accomunare tutte le bottiglie sotto l’etichetta di vino comunitario. In pratica, si avvantaggerebbero gli imbottigliatori a danno di quei produttori che hanno come punto di forza la specificità locale. A perorare la loro causa Coldiretti e il movimento Città del Vino. A fare un lavoro di persuasione è anche chi dalla nuova normativa perderebbe il suo ruolo, Federdoc, organismo interprofessionale che gestisce i problemi delle denominazioni, presieduto da Riccardo Ricci Curbastro.
Poi il latte. Torna alla ribalta la questione delle quote perché il ministro sulla questione non le manda di certo a dire: “È un’ingiusta eredità. Oggi possiamo produrre soltanto il 58% del nostro fabbisogno interno e un cartone di latte su due in vendita in Italia è straniero. Tutto questo mentre in Europa mancano due tonnellate di latte e il nostro Paese paga multe per gli splafonamenti dalla quota assegnata. Una situazione paradossale”. Coldiretti spera in un aumento delle quote. E i Cobas, “anarchici” accumunati dallo scopo e dalle forme di lotta, anche in qualcosa di più: il ridimensionamento della multa perché il calcolo del super-prelievo è sbagliato e soprattutto rivendicare da Bruxelles i contributi cui hanno diritto e che non stanno arrivando. “Speriamo presto in un incontro con il ministro” dice l’avvocato Gian Carla Moscattini, che ha rappresentato in giudizio gli allevatori di Modena.
E dopo tabacco, vino e latte sta per bussare alla porta anche il mondo dei cavalli. “Ascolteremo anche loro”, fanno sapere dal ministero. E la fila dei lobbisti si allunga.

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