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Corriere della sera - DiVini

Il Barolo dei Boffa mostra le medaglie nell’etichetta … Pio Boffa, con i suoi Barolo, va controcorrente. “Ho scambiato la medaglia per un litro di vino rosso”, dice uno dei due caporali che nel capolavoro di Sam Mendes, 1917, deve raggiungere un battaglione britannico per impedire che cada in una trappola dei tedeschi. In una trincea che assomiglia a quella di Apocalypse now, un bicchiere “è più importante di un pezzo di latta”, dice il ragazzo in divisa. Boffa invece le medaglie le ha imposte nelle sue etichette, anche se una vecchia norma lo impediva. Sono state conquistate alle esposizioni internazionali dal 1881, l’anno di fondazione della cantina di famiglia, Pio Cesare, un pezzo di storia del Barolo e del Barbaresco. Ora Boffa, 65 anni, è affiancato dalla figlia Federica Rosy, la quinta generazione. Spiegano insieme un’altra scelta controcorrente: “La nostra famiglia ha iniziato con il Barolo quando questo vino stava facendo i primi passi nel mondo. Mio bisnonno recuperò vecchie stalle nel cuore del centro di Alba. E costruì una cantina tra le mura romane. Mio padre, ingegnere alla Innocenti di Milano, lasciò l’azienda nel 1942 per dedicarsi alla cantina ereditata dalla moglie, salvandola dalla chiusura. Scavò quattro piani sottoterra, ideò un rivoluzionario sistema di pompe che ancora funziona. Era un testardo, fin da bambino, quando camminava per 9 chilometri a piedi con gli zoccoli per andare a scuola. Per lui e per tutti noi il Barolo è sempre stato il risultato delle uve migliori delle nostre vigne”. Soprattutto negli ultimi anni, invece, molti produttori hanno scelto il Barolo da singoli cm, in modo da esaltare le diversità delle varie zone. “Noi non la pensiamo così”, dicono Pio e Federica Rosy, “abbiamo fatto una eccezione il Barolo Ornato. Quando mio padre lo comunicò a Luigi Veronelli, lui fu così soddisfatto del nostro cambio di passo che volle diventare una sorta di padrino: ci organizzò due serate per presentarlo a Milano e a Roma”. L’Ornato è un super Barolo dallo stile classico, come il nuovo arrivato, il Mosconi. Il Barolo delle origini viene invece da 7 vigneti: è un meraviglioso equilibrio di freschezza e profumi. “Per favore non chiamatelo Base”, c’è scritto nell’etichetta. “O peggio ancora normale, ci fa arrabbiare”, dice la famiglia con le medaglie nell’etichetta.

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