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Corriere della Sera - DiVini

Brut metodo classico e il vino è “vitamina” … Sarebbe piaciuto allo scrittore Sergio Saviane, figlio del Triveneto, questo Tenuta Pradase di Bolla, “diverso dal facile prosecchino”… Per capire quale sia il rapporto dei veneti con ciò che bevono, bisogna leggere un articolo del giornalista e scrittore Sergio Saviane (l’irriverente trevigiano che coniò il termine mezzobusto per i presentatori di tg e scrisse I misteri di Alleghe): “In tutto il Triveneto il vino non è soltanto un passatempo dopolavoristico, una bibita per cantare in compagnia... ma un mezzo di sostentamento, con alte funzioni sociali e politiche, oltre che di antigelo. Serve a tenere in piedi chi lavora e chi non lavora... è proteina, vitamina, simpamina e anche spinello, sia detto senza nessuna ironia”. Prima che Prosecco e Amarone diventassero un motore di diffusione di benessere economico, i vigneti erano spesso una macedonia: piante autoctone diverse, un po’ perché non si andava tanto per il sottile, un po’ perché la cuvée si faceva sulle piante, bilanciando l’uva con maggiore o minore acidità. Succedeva anche sulle colline di Valdobbiadene. Uno di questi filari compositi è stato trasformato in una biblioteca vegetale da Pier Luigi Bolla, il presidente di Valdo. Nella Tenuta Pradase, a poca distanza da quella di Cartizze, sono stati recuperati i doni antichi di Glera (il principale protagonista del Prosecco) ma anche di Bianchetta, Perera e Verdiso. Ed è nato il Brut Tenuta Pradase Docg, un Metodo classico, differente quindi dalla grande maggioranza del Prosecco che fermenta nelle autoclavi. “Abbiamo cercato una strada diversa da quella del facile prosecchino”, dice Bolla. “Questo vino si affina per due anni sui lieviti ed è a produzione limitata, 7.000 bottiglie l’anno. Ci siamo sempre dedicati all’innovazione: siamo stati tra i primi ad usare il dosaggio Brut con la Cuvée di Boj, poi ad impiegare le barrique nella Cuvée del Fondatore e a scegliere il Metodo classico di Glera, con il Numero 10”. Tenuta Pradase è uno spumante di ricerca da singola vigna: profumi di pera, pesca e glicine, con una spinta balsamica inconsueta, tra agrumi e lieviti. Un vino nuovo con radici ben salde, da “proteina e vitamina”, come sarebbe piaciuto a Saviane.

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