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Corriere della sera - DiVini

In viaggio con Drazen attraverso i 130 autoctoni croati … “Vuoi scoprire il vino croato? Lascia fare a me”. Scarrocciando nel cuore dell’isola di Krk, dopo il ponte voluto da Tito nel 198o (1,4 chilometri sul mare, un sogno per i cultori della campata sullo Stretto di Messina), si arriva a Njivice, pacioso borgo di pescatori convertito al turismo. Tra montagne di palačinke (dolci crĉpes) e Cevapdiei (salsiccette di manzo e agnello) in offerta sul porticciolo, Drazen Lesica è un caso isolato. “Rivica” è il suo ristorante di eleganza casual: grandi piatti di pesce dal mare in cui si specchia (straordinaria la pasta all’astice), prezzi contenuti, vini all’altezza. Qui ci sono famiglie che nel Novecento, da una generazione all’altra, hanno cambiato 4 nazionalità: austro ungarica, italiana, jugoslava, croata. I Lesica c'erano: dal 1934 accoglievano in una pensione i turisti, prima dell’Est poi dal mondo, (un commovente registro lo testimonia). Fino al 1995, l’anno dell’indipendenza, le cantine erano poche e statali. Ora molti piccoli produttori imbottigliano e vendono, alcuni con buon successo internazionale, come la famiglia Pilato che ha appena vinto la prima medaglia d’oro della Croazia (per i vignaioli vale quasi quanto quelle dei campionati mondiali di calcio) con una Malvazija sur lie del 2015. Un piccolo produttore come Tomac: Rivica usa il suo Diplomat come vino di benvenuto, un Metodo classico di Chardonnay e Plavac žuti, rilassante e stimolante come il tramonto rosso sulla baia che va in onda mentre viene servito. Il vino più sorprendente è il secondo: Žlahtina 2015 di Ivan Katunar, autoctono di Krk, riflessi verdi e un bel profumo di rosmarino. Fresco e intenso, arriva da Vrbnik, dove le rocce lasciando il posto a una distesa di vigne. Più fruttato il bianco Antrada che arriva dall'isola di Korčula: l’autoctono è il Pošip, diffuso in Dalmazia, privo del sovrappeso morbido. La Graševina 2017 di Krauthaker, dalla Slavonia, è un altro mondo, freschezza e fiori. Delicato il Terre Bianche Cuvée Blanc 2016 (Malvasia, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Viognier) di Degrassi, a Savudrija, sotto il faro più antico dell’Adriatico. Finale dolce con il Kozlović Muškat Momjanski 2018. “Adesso sai quanto è grande la Croazia del vino, con 130 autoctoni”, sorride Drazen.

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