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Corriere Della Sera / Io Donna

L’uomo misterioso ... Due donne e il profumo di foglie di tabacco... Due ragazze, due bicchieri, un tavolo. Osservano un’etichetta con uno stemma e un nome, Barone di Serramarrocco, che evoca Beati Paoli e altri romanzi d’appendice. La studiano, quell’etichetta attaccata a una bottiglia di vino rosso. Viti che da Salemi arrivano sino al mare, ha spiegato il proprietario dell’enoteca. Uve Pignatello autoctone ha aggiunto, vantandone la veracità. E pensare, dice una delle ragazze, che siamo cresciute a suon di romanzi americani in cui c’è sempre una casalinga sconfitta che, nella solitudine di un sobborgo di casette, si scola la bottiglia di gin destinata ai cocktail del marito. Il genere d’uomo che torna a casa ogni sera più tardi, col profumo di un’altra donna tra le pieghe della camicia. E pensare, dice la seconda ragazza, che una volta ho visto un quadro di Picasso, “La bevitrice di assenzio”, con una donna talmente distrutta dalla ricerca di ebbrezza, una donna così triste e irrecuperabile, che mi sono chiesta se dietro non ci fosse un pregiudizio: in passato alle donne perbene veniva concessa solo qualche coppa di champagne in occasioni speciali, a una festa o per celebrare un amore. E pensare, dice la prima ragazza, che ora invece siamo qui, in un’enoteca, e non per ubriacarci, non per sfidare il mondo, non per dimenticare una sconfitta, ma solo per il piacere di assaggiare un vino sconosciuto e costruirci un nostro gusto personale... Sa di scatola di sigari stagionati, dice l’amica più esperta che ha frequentato un corso di degustazione. E all’altra, che subito approva, viene in mente un uomo misterioso con al guinzaglio un cane da caccia, incontrato solo poche volte nell’ascensore del palazzo dove lavora. Un uomo che la incuriosisce e che tiene in bocca un sigaro spento da poco, così profumato di foglie di tabacco che l’odore ristagna nella cabina per almeno un altro viaggio, dal primo al dodicesimo piano. Gli ha guardato la mano destra. Non porta la fede. Sarà libero? Fidanzato? Riuscirà a invitarlo all’enoteca per assaggiare quel vino siciliano il cui profumo gli assomiglia? Come ha scritto Auden: “Dietro al fantasma sul prato del golf, / dietro la dama che ama il ballo e dietro / il signore che beve come un matto / c’è sempre un’altra storia, / c’è più di quello che si mostra all’occhio”. Figuriamoci se anche dietro una bottiglia di vino non si nasconde un’altra storia, ancora da raccontare.

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