Vini di famiglia De Puppi brinda anche in Giappone … A Moimacco (Friuli) Caterina e Valfredo, seconda generazione, rilanciano l’azienda con etichette di qualità. “Nel 2024 più estero” … Nella villa neo palladiana di Moimacco, al riparo di quattro imponenti colonne ioniche sotto lo stemma nobiliare di famiglia, il conte Rodulphus de Puppi, sembra sorridere ai posteri, da un dipinto datato 1753. Da qualche anno la villa è stata restaurata, assieme alla cantina, al doppio giardino all’italiana e all’inglese e alle barchesse. Come secoli fa la villa settecentesca è tornata ad essere il cuore di un’impresa. L’attività agricola vasta che comprendeva il seminativo e il frutteto, il bestiame e i bachi da seta, ha lasciato il posto a una azienda vitivinicola. Che è appena stata premiata dalla guida Bibenda della Fondazione Italiana Sommelier: il Sauvignon blanc 2022 Rosa Bosco ha ottenuto il punteggio massimo, i 5 grappoli. Al comando della cantina ci sono Caterina e Valfredo de Puppi, 42 e 41 anni. Sono i figli di Luigi de Puppi, che a 82 anni è l’amministratore delegato di Maschio Gaspardo, azienda padovana leader nelle macchine agricole. Ha lavorato a lungo in Olivetti ed è stato al vertice di alcune tra le più importanti aziende del Nord Est, da Benetton a Zanussi, con incarichi in banche (come Friuladria) e assicurazioni (Toro). Quando è in Friuli-Venezia Giulia, abita nella villa di Moimacco. È stato lui a riportare in vita la villa cadente negli anni Ottanta del secolo scorso e ad investire nel vino. La moglie uruguaiana, Anna Maria, morta otto anni fa, si occupava dei vigneti. “Papà ha lavorato anche all’estero - racconta Caterina de Puppi - e ha vissuto in Argentina e Venezuela. A New York ha conosciuto mamma. E nel 1982, l’anno in cui sono nata a Buenos Aires, ha deciso di tornare nella sua terra, in Friuli-Venezia Giulia”. Dove la famiglia è arrivata nel 1300, dalla Toscana: discende dai Guidi, signori di Poppi, citati da Dante nella Divina Commedia. Anna Maria, grazie all'aiuto di alcuni contadini del paese, aveva rimesso in sesto i vigneti vecchi, ne aveva piantati di nuovi sia in pianura sia in collina, dando importanza a quelli internazionali come il Sauvignon blanc, il Pinot grigio e il Cabernet Sauvignon. Caterina è in azienda da quando aveva vent’anni. “Ho studiato Biologia, ma non ho concluso gli studi, sono stata presa dall’azienda. Mio fratello ha studiato alla Bocconi e ha iniziato a lavorare a Milano, in una fiduciaria. Tre anni fa è tornato e ora è felice di vivere in campagna”. Trenta gli ettari di vigneto, tra le colline di Moimacco e Rosazzo, accanto a cantine famose, come Felluga, Specogna, Collavini. Due linee di vini, Villa De Puppi e Rosa Bosco: Merlot, Cabernet Sauvignon Refosco tra i rossi, Chardonnay, Pinot grigio, Ribolla gialla, Sauvignon blanc e Friulano tra i bianchi. La linea De Puppi è vinificata in acciaio, l’altra in parte in barrique. In totale 90 mila bottiglie. “All’inizio la produzione di vino sembrava poco più di un hobby - ricorda Caterina - ma dal Duemila, coni nuovi vigneti e gli impianti di irrigazione, è diventata un’attività molto impegnativa. C’è una grande competizione nelle vendite, il Friuli non è molto conosciuto, andare all’estero è stata una necessità, vendiamo in Belgio, Giappone e Svizzera. Il 50% per cento della produzione viene esportato”. L’ultima vendemmia. Una spinta l’ha data Rosetta Bosco. “È l’ex moglie del vignaiolo Girolamo Dorigo, abbiamo costituito una società con lei, ed è nata la linea Rosa Bosco. Ci ha insegnato molto, ora ha 86 anni. Portò il suo enologo, il piemontese Donato Lanati. Ora il nostro consulente è il figlio di Rosetta, Alessio Dorigo, con Marco Pecchiari”. L’ultima vendemmia? “Bene per i bianchi, non per i rossi. Un’nnata molto difficile, ha piovuto molto, non siamo bio ma usiamo il metodo della lotta integrata, quindi non possiamo usare molti trattamenti, ma siamo riusciti comunque a non far ammalare le vigne”. Caterina e Valfredo puntano tutto su “vini monovarietali, riconoscibili, sinceri, diretti e freschi, facili da bere”. L’anno appena iniziato è per il mondo del vino un’incognita, si temono riduzioni notevoli delle vendite. “Stiamo cercando nuovi mercati esteri - dicono i de Puppi - essere piccoli ci facilita, cercheremo di mantenere alta la qualità”. E quello che ripete il padre ai figli ogni volta che riapre il portone della villa-cantina di Moimacco: “Non dovete mai abbassare la qualità, siamo piccoli e dobbiamo valorizzare quello che abbiamo”.
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