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Corriere Della Sera / Magazine

Cambusa parlamentare ... C’è chi vuole il caciocavallo, chi lo scagliozzo e chi lo squacquerone. In arrivo sui tavoli del ristorante di Montecitorio i prodotti dop dei piccoli comuni. E qualcuno compila qui il suo menù preferito... “Perché, un bel caciocavallo podolico del Gargano lo vogliamo buttare via?”, domanda Ermete Realacci. Ovviamente no. Anzi, il delizioso formaggio potrebbe debuttare in sede istituzionale. Almeno questa è l’idea del deputato della Margherita, che ha lanciato una campagna per valorizzare i prodotti del territorio dei comuni, con l’intenzione di farli debuttare sui tavoli del ristorante di Montecitorio. “Prodotti certificati, agricoltura di qualità: i parlamentari mangerebbero meglio e sarebbe una vetrina d’eccellenza per il made in Italy”, spiega. Squisitezze che dovrebbero arrivare da parchi, comunità montane, consorzi locali. La proposta raccoglie un consenso assolutamente bipartisan. Anzi, molti deputati hanno già pronti i loro suggerimenti. “Vorrei trovare alla Camera il lardo di Colonnata, una prelibatezza», fa sapere Andrea Ronchi, An. Katia Zanotti, dei Ds, ha una richiesta un po’ insolita: “Lo squacquerone con i fichi caramellati: l’ho provato proprio alla Camera, durante una presentazione di prodotti romagnoli”.
Per Gregorio Fontana, di FI, Montecitorio “andrebbe aggiornata sui vini”, e avanza l’idea “degli spumanti del Bergamasco”. Gastronomicamente ardita l’aspettativa di Vladimir Luxuria, Rifondazione. “Vorrei trovare a Montecitorio lo scagliozzo foggiano, una fetta di polenta fritta. E i torcinelli, involtini fatti con interiora degli animali. Tanto, con quello che bisogna digerire lì dentro...

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