02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere della Sera - Sette

Le tre sorelle e i tre soave fratelli (ma differenti)…La linea “I Luoghi”, 2.000 bottiglie di Suavia … “Nel cortile giocano sette bambini”. Alessandra Tessari, con una laurea in Lingue orientali nel cassetto, vive in una cantina-famiglia con due sorelle, Meri e Valentina. Come in una famiglia allargata d’altri tempi, tutto è condiviso, dalla merenda dei più piccoli agli affari degli adulti. La cantina si chiama Suavia, il nome antico di Soave, il paese in provincia di Verona che cede l’identità al vino bianco della zona. Quella del Soave, spiegano le tre sorelle, è stata la prima zona vinicola definita con una legge nel 1931. “Un tempo il testimonial era Frank Sinistra” racconta Alessandra “poi la notorietà di questo vino è diminuita. Ci sono stati anni difficili, ma nell’ultimo ventennio c’è stata una ripresa della qualità”. La novità sono tre vini, uno diverso dall’altro, della linea “I Luoghi”. Vengono da altrettanti cru in un raggio di due chilometri, piccoli vigneti che crescono sul terreno vulcanico, che ha almeno 20 milioni di anni. Poche e rare bottiglie, 2.000 per ora. Si chiamano Castellaro, Fittà e Tremenalto. L’annata è la 2020. Il primo è austero, sulfureo e croccante. Il secondo è fresco e morbido, con un tocco piccante e una buona sapidità. Il terzo è insieme fresco e potente, con una maggior tensione e acidità. Tre vini che attestano la lunga strada fatta dalla sorelle Tessari, in una cantina giovane, nata nel 1982 (prima le uve venivano vendute da bisnonno e nonno alla cantina sociale). Le tre sorelle si sono battute anche per ridare slancio al Trebbiano di Soave. A Suavia si vinifica il Trebbiano in purezza nel Massifitti.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024