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Corriere Della Sera / Style

Daniel Lalonde ... A.d. e presidente di Moët & Chandon. Ha lanciato Nespresso, ora l’“ice-champagne”. “Come sommergere di bollicine Cina e Brasile”... Vive di corsa, Daniel Lalonde. E non solo perché ogni mattina si sciroppa 40 minuti di jogging: “Vedo il mio lavoro come una maratona infinita” dice il 48enne ceo e presidente di Moët & Chandon, “rappresento un marchio che ha 268 anni di storia e devo preservarlo per altrettanti”. Leader mondiale con 30 milioni di bottiglie prodotte nel 2010, presente in 120 Paesi, ora il brand propone la “rivoluzione copernicana” delle bollicine: lo champagne con ghiaccio (Ice Imperial, in Italia dal prossimo giugno). Dopo il lancio di Nespresso, nel 2002 il manager canadese è approdato al colosso del lusso Lvmh: ceo della Divisione orologi e gioielli negli Usa, poi alla guida di Louis Vuitton Nordamerica, dal luglio scorso a Moët & Chandon. Una tempistica perfetta, visto che il mercato dello champagne è in forte ripresa: nel 2010 i ricavi del settore vini e alcolici di Lvmh (di cui Moët è l’ammiraglia) sono cresciuti del 19 per cento. “Far parte di un grande gruppo è un vantaggio” considera Lalonde “ma ogni marchio deve mantene re la sua identità”. Come? La scelta del testimonial è decisiva: quando si occupava di Tag Heuer fece schizzare le vendite scegliendo il golfista Tiger Woods, oggi punta sulla frizzante Scarlett Johansson (“è perfetta per noi: affascinante e di successo”). Secondo gli analisti nel 2011, Giappone permettendo, il settore del lusso crescerà del nove per cento: “La chiave è conquistare Cina e Brasile. Vogliamo incrementare la nostra presenza in questi mercati, trasmettere anche a loro la “magia” dello champagne”. Una missione che costringe il ceo a bere qualche flûte di troppo. “Ma io mi godo ogni bicchiere” giura, “le bollicine rendono la gente felice e sono una buona benzina... Anche per la corsa!”. E qui i cubetti di ghiaccio, senza dubbio, aiutano.

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