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Corriere Della Sera / Style

Lamberto Vallarino Gancia ... “Ecco la mia cantina con abitazione” ... A Canelli, dove il trisavolo inventò lo spumante italiano, c’è la casa bottega: dal salotto alle cantine, passando da biliardo e piscina ... Si fa presto a dire camera con vista. Dal soggiorno di un importante vignaiolo di Canelli - anzi, il più importante - ci si aspetta di ammirare le colline con i filari delle viti e, più su, i boschi di noccioli. Invece, Lamberto Vallarino Gancia apre le finestre della sua casa-azienda in provincia di Asti e mostra, con orgoglio e una punta di snobismo piemontese, le vasche di fermentazione: enormi contenitori in acciaio che, certo, non sono la settima meraviglia del mondo. “Non abito stabilmente qui” puntualizza. “Con la famiglia sto a Torino o a Pinerolo. Ma il lavoro mi porta a Canellì, dove vivo volentieri tra i profumi del vino. Senza distrazioni”. C’è qualcosa di affascinante in questa dimora, parte integrante dello stabilimento dei Gancia dove il trisavolo Carlo, nel 1865, inventò il primo spumante italiano (per la cronaca, sulle alture di Canelli si staglia il castello di famiglia che domina il paese). Qui l’espressione “casa e bottega” diventa realizzazione compiuta del concetto. Scendendo le rampe delle scale fino in fondo, oltre lo scantinato/sala giochi con attigua piscina, si apre un tunnel che porta alle cantine da attraversare per raggiungere il cortile dove si trova il quartier generale di Casa Gancia, di cui Lamberto, classe 1959, sposato, con due figli, uno degli eredi della quinta generazione, è presidente. Dal punto di vista istituzionale, il suo incarico più importante è la presidenza di Federvini, che ricopre dal 2008. Impegno a largo raggio, se si tiene conto che questa federazione è l’unico organismo italiano in Europa a rappresentare e a promuovere lo sviluppo delle imprese (circa 100) impegnate nella produzione di vini, liquori, acquaviti, sciroppi e succhi d’uva. “Dare continui stimoli al settore e promuovere attività di lobby sono i punti cardine dell’associazione” spiega Vallarino Gancia. “Ma mi piace citare anche l’educazione a un consumo responsabile”. Conversando, esploriamo la casa di lavoro, ricavata, sul finire degli anni Settanta, da un’ala dell’edificio aziendale ristrutturata dall’architetto torinese Ferdinando Fagnola. La piccola fortezza familiare fu allestita come conseguenza del drammatico rapimento del padre Vittorio, avvenuto nel 1975. Stanze che tradiscono l’epoca degli interventi murati, delle soluzioni d’interni e, ovviamente, la cifra stilistica di chi li ha “firmati”.
Nella camera da letto, al piano terra, sono disseminati gli indizi delle molteplici passioni sportive dell’imprenditore. L’offshore, innanzitutto, praticato con successo a livello agonistico (è stato campione europeo) dal 1985 al 1990, e poi abbandonato per la grave perdita dell’amico Stefano Casiraghi, marito di Carolina di Monaco. “Gareggiavamo assieme, da quel momento non me la sono più sentita di continuare” confida. Ma ecco il modellino della barca spuntare accanto al letto, un due piazze di legno, piuttosto lineare. D’inverno, Vallarino Gancia scia; d’estate cammina sui monti (lo zaino è posato a terra, in un angolo), fa yoga, stretching, ginnastica (i pesi sono sotto lo sgabello), corsa, nuoto. Le foto di famiglia sono sul comodino, le farfalle dipinte da Ezio Gribaudo, il pittore preferito, alle pareti. Altri quadri dell’artista torinese punteggiano il soggiorno. Dove la nota stilistica dell’architetto Fagnola è più evidente. Cominciando da un séparé scorrevole di ferro bucherellato. Lo stesso materiale copre termosifoni e camino, incornicia i divani e diventa anche applique per luci da parete. “Il tavolino basso avrebbe dovuto essere dello stesso materiale” sottolinea il padrone di casa, “ho preferito sostituirlo con un vecchio mobile di famiglia. Non ricordo le sue origini ma so che è comodissimo: ampio, con sottopiano e cassettini”. Dall’antiquariato Gancia arriva anche il bel cassettone tardo- Settecento. L’elegante Lounge Chair, uno dei pezzi più interessanti dell’arredamento, è opera dei famosi Charles e Ray Eames, formidabile coppia di designer americani, autori di un’eclettica produzione di mobili e oggetti.
Lamberto Vallarino Gancia alza il calice delle bollicine (come avrebbe potuto essere altrimenti?) e sorride. Raccontando di essere lui l’autore di questa tipologia di bicchiere, coperto da brevetto Gancia per anni. “Poiché non trovavo la flùte ideale per lo spumante, ho pensato di fare da me, cioè di disegnarla” afferma. “La forma “a uovo” è stretta alla base e all’imboccatura, mentre si allarga nella parte centrale. Esalta profumi e sapori. Accentua i pregi del vino ma, ahimè, anche I i difetti”. Nella sala da pranzo s’impone il tavolo rettangolare con il piano di marmo, attorno cui sono sistemate le sedie in midollino. Addossata a una parete c’è una piccola biblioteca con libri divario genere, dove spiccano i titoli che ti aspetti di trovare nella casa di un produttore di vino: guide enologiche e affini. “Ma le mie letture preferite, a parte la narrativa, sono saggi di marketing e psicologia” dice Vallarino Gancia. Le stanze di servizio sono semplici, funzionali La cucina, datata, contiene tutto l’occorrente per allestire pranzi e cene. I vasetti delle spezie, passione dichiarata di Lamberto, sono allineati su un piano. Confidenza-amarcord: “Avendo vissuto per quattro anni in America, da solo, ho imparato a essere autosufficiente. E anche qualche buon piatto da cucinare”. Manco a dirlo, il suo ingrediente di riferimento il vino, che sostituisce il brodo del risotto addirittura l’acqua nella cottura degli spaghetti. Le dosi? “Per quattro-sei persone” spiega, “occorrono quattro bottiglie di Gancia secco e una di dolce, con un po’ di sale. bollore, butto gli spaghetti. A parte. preparo un concentrato di spumante, con profumi a piacere. Lo aggiungo alla pasta saltata in padella con olio e formaggio”.


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