Vino, il prezzo ha due facce … aumenti per le bottiglie di qualità, giù quelle anonime ... Giorni decisivi per la vendemmia. Il grosso delle uve arriverà in cantina entro metà mese, e man mano trovano conferma le stime della vigilia. Sarà un’annata di ottima qualità, ma tra le più scarse degli ultimi quarant’anni: Assoenologi prevede poco più di 51 milioni di ettolitri, il 5% in meno rispetto al Duemila. Nessuno, però si mette le mani nei capelli. Anzi, per alcuni è una sforbiciata che arriva a proposito: perchè se ad agosto in tante cantine non c’era più una goccia di vino, molte altre saranno costrette a saldi di fine stagione, con ripercussioni sulle contrattazioni per i prezzi delle uve. “E’ vero: si ipotizza un aumento delle giacenze, principalmente per i bianchi”, conferma Giuseppe Martelli, direttore di Assoenologi. Di cifre ufficiali, neanche a parlarne. In via confidenziale, però, qualcuno calcola che l’invenduto potrebbe crescere del 5% rispetto a un anno fa. “Esistono due mercati distinti - avverte Ezio Rivella, per anni uno degli alfieri del Brunello, oggi viticoltore in proprio e presidente dell'Unione italiana vini. - Resta in cantina il vino corrente, grandi rese e nessun carattere. Si vendono le bottiglie di qualità”. “Che non sono soltanto quelle delle grandi occasioni o dal costo elevato - puntualizza Martelli. - Ci sono ottime etichette in tutte le fasce, anche fra quelle da tavola, per tutti i giorni”. A viaggiare con il vento in poppa sono circa il 60% della produzione. Il resto ristagna. “Hanno successo i vini di struttura” spiega Massimo Bernetti, titolare della Umani Ronchi, azienda marchigiana sulla cresta dell’onda. - Quelli che nascono da pochi grappoli per ceppo, che reggono l’affinamento in bottiglia e magari la barrique , e che sono legati al territorio. Come è successo per il Verdicchio, o il Rosso Conero”. “Certo, nelle fasce alte comincia ad esserci troppo affollamento - ammette Francesco Mazzei, che con il suo Castello di Fonterutoli è storicamente uno dei nomi più noti del Chianti Classico. - Ma chi è bravo nel marketing e ha una buona rete di distribuzione non teme la crisi”. Basta dare un’occhiata in enoteca. Dal 1995 a oggi i prezzi delle bottiglie di fascia alta sono saliti dal 70 al 100%. “E ci sono punte che hanno sfiorato il 200 - precisa Marco Caprai, l’imprenditore che ha riportato al successo il Sagrantino di Montefalco. Anche perché molte aziende per tenere il passso hanno investito parecchio. “Fare del vino buono costa -insiste Caprai. - Comprare un vigneto in una zona vocata sta diventando impossibile...”. “Prezzi in discesa? Quando mai -– s’infiamma Franco Bolognesi, titolare de «La Frasca» di Castrocaro, due stelle nella guida Michelin. -Aumentano anno dopo anno, buona o brutta che sia l’annata. Ormai ci sono vini "virtuali": tutti ne parlano e pochi li bevono. Li lasciano in cantina, aspettando che le quotazioni salgano ancora”. Già, perchè per certe bottiglie, il problema è trovarle. Altro che invenduto.
Alle stelle (prezzi medi* in enoteca)
Docg/Doc---nel ’95---nel 2001
Brunello di Montalcino---40.000---70.000
Chianti Classico---15.000---30.000
Barolo---60.000---100.000
Amarone---30.000---80.000
Franciacorta---20.000---30.000
Barbera---15.000---25.000
Sagrantino di Montefalco ---0---60.000
Sassicaia---100.000---220.000
* i prezzi sono una media delle produzioni di medio/alto livello. Sono però escluse, dal calcolo, le etichette zal top, con quotazioni per collezionisti
** non rilevato: il boom di questo vino è iniziato dopo il ‘95
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