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Corriere Della Sera

L’esperto - Ezio Rivella (enologo e presidente Unione Italiana Vini)

«La qualità ? Ottima, può misurarsi con quella dei grandi cru europei»Belli da vedere, gusto aggressivo, profumati, capaci di attirare più target di consumatori, ma anche soddisfare i palati più esigenti. I nuovi vini australiani, cileni e sudafricani oltre ad essere di ottima qualità hanno tutte le carte in regola per conquistare fette sempre più consistenti di mercato. Anche in Europa. «Queste nuove viticolture hanno copiato mirabilmente lo stile California - spiega Ezio Rivella, enologo, presidente dell’Unione Italiana Vini - e, nate in laboratorio dalla selezione accuratissima di più vitigni, non hanno difetti. I vini hanno proprietà organolettiche standard, sono molto corposi, robusti, di elevato grado alcolico. Il gusto è rotondo, gradevole, facile da bere anche se assai pesante. Insomma sono stati studiati meticolosamente per soddisfare i gusti dei consumatori moderni». Sì, perché se un tempo il vino si consumava con grande frequenza in compagnia e dunque doveva essere leggero, oggi i nuovi vini devono dare il meglio di sé in un bicchiere o due, magari consumato durante i pasti. «Dunque in questi vini olfatto, vista e gusto sono concentrati in un mix unico - spiega ancora Rivella - così come pretendono i consumatori moderni. Gli australiani, cileni e sudafricani lo hanno capito e i risultati sono dalla loro parte». Ma chi vincerebbe in un confronto tra vini europei e nuovi extracomunitari? «Difficile dire quali siano i più buoni, dipende ovviamente dai gusti personali - sottolinea l’enologo Rivella -. Però posso dire con certezza che a livello di qualità australiani, cileni e sudafricani sono estremamente competitivi e possono misurarsi con grandi vini europei. Noi, semmai, abbiamo maggiori varietà grazie anche a una miriade di piccole e medie aziende. Loro, lavorano in grande e dunque hanno meno sfumature».

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