02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

Elettronica e tecnologia a difesa dei grandi vini: chip, bottiglie di vetro speciale e certificati di proprietà per combattere le falsificazioni ... Etichette con microchip integrato a prova di falsario e persino d’oro zecchino 24 carati. E ancora bottiglie di vetro speciale, decorate con disegni inimitabili e con incisi caratteri tipografici da far invidia agli incunaboli di Gütenberg. La tecnologia, informatica e non, arriva in aiuto dei vini pregiati e cerca di combattere la piaga della falsificazione. A dare lezione di sicurezza è la Toscana, terra regina di vini, ma anche importante centro di produzione hi-tech e industriale. Tra i primi a sperimentare la nuova filosofia «bit and wine», la Tenuta Ciacci Piccolomini d’Aragona di Castelnuovo dell’Abate, nella terra del Montalcino. Protagoniste le bottiglie della vendemmia del 1997, un’annata straordinaria, tra le migliori in assoluto e, proprio per questo, destinate a suscitare gli appetiti dei falsari. Così i patron Giuseppe e Paolo Bianchini hanno deciso di inserire nell’etichetta del Brunello un microchip, del tutto simile alle minuscole memorie delle carte di credito della nuova generazione. Duplici i vantaggi: il microchip è visibilissimo e può essere paragonato all’ologramma delle banconote Euro, se manca ci se ne accorge subito. Ma riprodurlo è costoso e non alla portata dei falsari. Nella memoria elettronica è conservata la carta di identità del vino e basta un piccolo scanner per avere immediatamente conferma se quel Brunello è realmente doc o se si tratta di una volgare imitazione. La rivoluzione è piaciuta così tanto ai titolari della tenuta Ciacci Piccolomini d'Aragona, che l’etichetta al microchip sarà ben presto di serie per tutta la produzione del Brunello di Montalcino. «Così non vivremo nel terrore di vedere sul mercato falsi», dicono i proprietari. Un altro esempio di sicurezza e tecnologia ci arriva da un altro «grande toscano», il Sassicaia di Bolgheri. Il vino della costa toscana è stato purtroppo tra i principali obiettivi dei falsari, ma adesso grazie a un accordo con la multinazionale Solvay e la vetreria Etrusca di Empoli, il Sassicaia può contare su bottiglie uniche. Sia il formato bordolese, che il magnum, avranno inciso marchi e caratteri impressi con una tecnologia antifalsificazione. Poteva mancare l’oro per un gioiello come lo «Schidione III Millennio», vino da meditazione firmato da Jacopo Biondi Santi? No, e non solo per il costo (un milione e mezzo per una delle 13.987 bottiglie) ma per la maestosità di un blend di Sangiovese, Cabernet e Merlot, assolutamente unico, capace di invecchiare senza traumi per mezzo secolo. D’oro, 24 carati, è l’etichetta, da staccare e immortalare sul certificato di proprietà, autografato dal primo proprietario e dai successivi per lunghissimi anni.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su