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Corriere Della Sera

Campi distrutti: nuove grandinate in arrivo. Gli agricoltori: danni per 200 milioni. In Franciacorta e Bardolino perduti 4.000 ettari di vigneti ... Il giorno dopo è il più doloroso. Gli agricoltori di Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia si leccano le ferite. Guardano i loro campi spazzati dalla grandine che, spalleggiata da trombe d’aria, ha mitragliato le regioni del Nordest domenica mattina. Molti piangono. Mesi di lavoro vanificati in pochi minuti. I danni sono ingenti. Vigneti doc e uliveti rasi al suolo, ortaggi pregiati, come il radicchio trevigiano, ridotti in poltiglia. La Cia, la Confederazione degli agricoltori, valuta perdite per 200 milioni di euro. Coldiretti non azzarda previsioni e si riserva di fotografare la situazione nelle prossime ore. Intanto l’organizzazione che rappresenta le aziende chiede l’avvio delle procedure per lo stato di calamità. Un rapido calcolo. Fra la zona di Franciacorta e Bardolino sono andati perduti quasi per intero 4 mila ettari di vitigni. E le notizie meteo non sono rassicuranti. Preallarme maltempo sulla Lombardia a causa di un fronte di aria fredda. Il dipartimento della Protezione civile annuncia temporali e grandine ancora per stamattina nelle regioni del Nord. Allertati i mezzi di soccorso anche dalla prefettura di Roma. Dal pomeriggio e per tutta la notte potrebbero scatenarsi forti temporali portatori di grandine. GARDA - Gran parte dei Comuni vessati dalla grandinata domenicale chiederanno lo stato di calamità naturale. A partire da quelli a ridosso della Riviera del Garda, dove il ciclone è stato particolarmente violento. Colpiti vigneti pregiatissimi, come l’Amarone e il Valpolicella. A Lazise, provincia di Verona, il ciclone di pioggia e vento ha lasciato segni profondi. I turisti abbandonano le località di villeggiatura come Bardolino e Cavaion. Fra le zone torturate dalla perturbazione, il Bresciano. La Giunta regionale lombarda chiederà aiuti per gli agricoltori. Secondo Coldiretti, serviranno anni per tornare alla normalità, nel 2003 diversi raccolti potrebbero essere compromessi. La lista delle perdite si arricchisce di nuove voci. Tra le coltivazioni arboree, oltre a ulivi e vigneti, pesche, pere, mele e kiwi. Castigati i campi di verdure, mais, tabacco, riso, girasole e ortaggi. Scoperchiati capannoni e serre di fiori ornamentali. La fascia devastata si allunga da Brescia a Venezia. In Friuli, guai nelle province di Pordenone e Udine. VENDEMMIA - In Friuli e Veneto la vendemmia potrebbe essere spostata di una settimana. Giancarlo Panarella, direttore dell’associazione agricola Agrotec, spiega ai non esperti: «Fa una bella differenza raccogliere i grappoli in anticipo o in ritardo. Il sapore del vino cambia. Se il tempo dovesse riassestarsi in fretta, però, non si noterebbero cambiamenti sul piano di fragranza e dolcezza». La Cia prevede una diminuzione del 5 per cento delle botti annuali. L’enologo Enrico Raber dispera: difficilmente il prossimo anno si potrà tornare alla normalità. ALEMANNO - Alle Regioni il ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, raccomanda di «avviare con urgenza le procedure per chiedere lo stato di calamità e attivare i fondi previsti dalla legge del ’92». Verrà attivata un’assicurazione comunitaria. L’assessore regionale alla Protezione civile, Carlo Lio, si reca oggi nel Bresciano per un sopralluogo a Nuvolento, Prevalle, Manerba e Moniga. Il Comune di Vicenza ha chiesto al governo il riconoscimento dello stato di calamità per lo stadio «Menti», dove è crollata la balaustra superiore del settore distinti. L’impianto calcistico è inagibile, a rischio le amichevoli Vicenza-Chievo (11 agosto) e le partite d’apertura della Coppa Italia (18), forse anche quelle di campionato (31 agosto, contro il Genoa).

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