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Corriere Della Sera

Le Vie del GUsto - Cantine aperte nel Collio dei grandi bianchi: degustazioni gratis per i giovani e spettacoli ... Per gli amanti del vino autentico, quello che ha un profondo legame con il territorio e la tradizione, il 25 maggio prossimo è l’appuntamento più atteso dell'anno. È la data di Cantine Aperte, la manifestazione organizzata dal Movimento Turismo del Vino con più di 900 cantine italiane. Tra le zone vitivinicole una delle protagoniste di quest’anno è il Collio Goriziano, dove le degustazioni gratuite riservate ai giovani inizieranno da sabato 24. Molti gli eventi (l’elenco sul sito mtvfriulivg.it), dalla pedalata sulle Strade del Vino del Collio, agli spettacoli teatrali nelle cantine, come nella Tenuta Villanova a Farra d’Isonzo, dove l’attore friulano Giorgio Monte metterà in scena lo spettacolo «Il vino a Villanova tra villani et nobil homini». Ma forse lo spettacolo più bello resta quello della natura. In primavera non vi è nulla di più bello delle dolci colline di arenaria e marna, allineate sul confine con la Slovenia, modellate dai terrazzi dove i germogli delle viti crescono a vista d’occhio. Un comprensorio, quello del Collio, che ha come capitale Cormons, piccola cittadina ordinata, ai piedi del Monte Quarin, dove la gente parla solo il dialetto, le case sono così curate da sembrare disegnate e si respira un po’ di nostalgia per l’era austroungarica. Qui, e nel paese adiacente, Capriva del Collio, ci sono i migliori vigneti della zona, e una impressionante concentrazione di ottimi produttori, dell’etnia italiana e di quella slovena.
Da una parte i Felluga, i Manferrari, i Caccese, i Raccaro, i Venturini, dall’altra i Gradnik, i Polencic, i Mavric, i Keber. Affratellati dalla stessa terra, parlano lo stesso dialetto, e soprattutto lo stesso linguaggio del vino. Un linguaggio che ha le sfumature dei diversi terreni e soprattutto dei tanti vitigni: Tocai, Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay, Sauvignon, Malvasia, Traminer, Ribolla. Con una abbondanza simile il rischio per i vignaioli è di disperdere le energie su troppi fronti. E’ Marco Felluga ad annunciare la svolta. Lui è stato uno dei primi produttori del Collio ad avere puntato sulla qualità, acquistando l’azienda Russiz Superiore. «Ora puntiamo sulla riduzione delle referenze e sulla valorizzazione della tipologia di vino Collio Bianco - spiega Felluga, presidente del Consorzio dei Vini del Collio -. Il Collio Bianco nasce da una miscela di vari vitigni che ogni azienda può modulare in modo diverso a seconda dell’origine e delle sue potenzialità».
L’intento è chiaro: trasformare un territorio vocatissimo, che produce tanti vini, in un Collio che produce un solo vino, il Collio Bianco, che così potrà divenire veramente la Borgogna italiana. Un momento di cambiamento felice che è stato turbato dalla recente scomparsa di Mario Schiopetto, indiscusso patriarca del vino bianco italiano. Quell’udinese figlio di ristoratori (avevano la Trattoria il Pompiere a Udine) che 35 anni fa con i vini ottenuti dai vigneti della Mensa arcivescovile di Gorizia, a Capriva, ha insegnato a tutti come fare i vini bianchi, e ha dato il via alla rinascita del Collio. Ora restano i suoi figli che continueranno nell’impresa valorizzando la preziosa eredità, e i suoi figli putativi, cioè più o meno tutti gli altri viticoltori del Collio, che ora si stanno facendo onore. In fondo, questa festa del vino è anche il modo migliore per ricordare Mario Schiopetto, come avrebbe voluto lui, brindando con un bicchiere di vino bianco del Collio.

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