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Corriere Della Sera

Si vendemmia anche al Nord. L’uva maturata in anticipo. In Franciacorta la raccolta di Chardonnay: "Risultato discreto". La Toscana: prospettive di una grande annata, come nel ’90 ... Si scruta il cielo e si contano le ore. Tutti in vigna per una vendemmia anticipata. Per il momento si raccolgono i grappoli a bacca bianca. Il risultato dovrebbe essere un vino di buona qualità, ma in quantità contenuta. L’assenza di pioggia non ha compromesso la maturazione dell’uva. Ma saranno decisivi i prossimi dieci giorni. Si lavora in vigneto all’azienda Bersi Serlini in Franciacorta, da mercoledì scorso. La raccolta procede tra i filari di Chardonnay, «la resa è discreta, l’uva molto concentrata». Al Mosnel si parte oggi (mai accaduto di vendemmiare così presto), mentre alla Barone Pizzini, il direttore Silvano Brescianini annuncia il via per domani. Si lavora anche alla Guido Berlucchi di Borgonato, e c’è molta attesa in Oltrepò per l’inaugurazione del nuovo centro di raccolta, pressatura e vinificazione che consente di lavorare le uve direttamente sui terreni. Alla Masi la bassa piovosità ha permesso di ridurre in modo consistente, circa il 40%, i trattamenti antiparassitari. I vigneti pedo-collinari del Campofiorin , nella valle di Marano, e quelli destinati alla produzione delle uve per il Costasera , a Bure e Gargagnago, hanno reagito alla carenza idrica. Irrigazioni di soccorso invece nel Bardolino e Soave e nel nuovo vigneto Serego Alighieri, il podere del Bello Ovile, in Toscana. A Trento, bollicine di casa Ferrari, si anticipa da quattro anni. Secondo Mauro Lunelli va bene il gran caldo, ma è cambiato l’atteggiamento «dei viticoltori che riducendo la produzione di uva per ettaro favoriscono l’anticipo di maturazione». E a Villa Sandi, Giancarlo Polegato già pensa al raccolto dal quale genera il millesimato Opere trevigiane . Ernesto Abbona della Marchesi di Barolo gongola, i terreni dei suoi cru hanno un buon fondo argilloso e «difficilmente vanno in crisi idrica». Per il re dei vini la stagione promette molto. Il Nebbiolo evolve nel modo più appropriato e da La Morra a Serralunga d’Alba le vigne appagano l’occhio. A Fontanafredda i filari composti fanno ben sperare l’enologo di casa Danilo Drocco. In Chianti, il nuovo presidente del Consorzio Gallo nero, Giovanni Ricasoli-Firidolfi, e proprietario dell’azienda Castello di Cacchiano a Gaiole, mette le mani avanti: «Le premesse sono di una grande annata». Prospettiva che trova d’accordo Marco Caprai in Umbria. L’azzardo è costituito dalla solita domanda: «A che annata potremmo paragonare questa vendemmia?». Uno per tutti Piero Mastroberardino che dall’Irpinia chiama in causa identici livelli nel 1985 e ’90. Chi ha giocato davvero d’anticipo è la famiglia Rallo che ormai da cinque anni attende il calare della sera del 3 agosto per dare il via alla vendemmia notturna, punto fermo della nostra enologia. Recisi i grappoli di Chardonnay alla tenuta Contessa Entellina, tra le province di Trapani e Agrigento, si pensa adesso ai rossi. José Rallo parla di «annata eccellente». E Francesca Planeta è sicura di quanto affermato dalla collega, in quanto le «buone escursioni termiche tra giorno e notte hanno tenuto a bada il gran caldo di luglio, favorendo un’ottima maturazione». In Puglia, alla Leone de Castris, molta attesa per l’autoctono Verdeca del Salento, ma ancor più per come sta crescendo l’attenzione sui rosati. Una tipologia che vanta recenti exploit, come il Rosa del golfo di Damiano Calò, che ha recuperato la vecchia vigna Mazzì vicino a Gallipoli: poche bottiglia, settemila, composte da Negroamaro, 90%, e Malvasia nera leccese. E se Leone de Castris non è da meno con il Five Roses, in Calabria accettano questa sfida tutta sudista: il rosato di Librandi e Fattoria San Francesco permette un ideale braccio di ferro. Infine dalla Confederazione agricoltori: mancano 4.000 lavoratori stagionali. Una carenza che riguarda altre colture, ma in modo consistente la vigna dove è sempre più difficile reperire mano d’opera per la vendemmia.

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