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Corriere Della Sera

Presto le prime bottiglie: il Bonarda perde le bollicine e torna all’antico ... Frizzante e vivace, il Bonarda è un vino di grande e indiscusso successo: lo dimostrano i 15 milioni di bottiglie dell’Oltrepò vendute ogni anno. Eppure entro un paio di mesi un gruppo di produttori di Rovescala (Pavia) si appresta a far degustare 4 mila bottiglie di «Bonarda storico»: un vino fermo invecchiato in botti almeno un anno. Sono talmente convinti della loro scelta controcorrente che nel novembre del 2001 a Rovescala hanno addirittura fondato un’associazione. Si rifanno a documenti medioevali e più recenti come quelli dell'ampelografo Dalmasso, attorno agli anni '50 oppure di Veronelli che negli anni '60 segnalava almeno due produttori di Bonarda fermo, sempre di Rovescala. L'andare controcorrente utilizzando il vitigno della croatina in purezza o rinunciando a rese più alte sulla piante ha aperto un dibattito sia sul disciplinare per il riconoscimento europeo come anche di prospettive commerciali. La sostanza sta nel non accontentarsi dell'appiattimento - così lo definiscono - generale; e a Rovescala puntano nel giro di 5 o 6 anni a mettere sul mercato dalle 40 alle 50 mila bottiglie.

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