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Corriere Della Sera

I regali di Natale - Doni golosi, vince l’Italia. Dolci regionali oltre al classico panettone e cibi pregiati da mettere sotto l’albero. Il Prosecco può soppiantare le bollicine francesi, il Sagrantino tra i grandi rossi … Prima ancora che sulla tavola, i prodotti tipici italiani finiscono sotto l’albero. Doni gourmet da fare, ma soprattutto scartare e degustare: caviale italiano, per esempio, e crema di tartufo bianco per l’amico che s’incanta davanti alle vetrine dei negozi di gastronomia; cioccolato speziato e dolci regionali per la collega che non sa resistere alle tentazioni. E poi vini e distillati: dai «potenti» celebrati da Leonardo alle grappe di monovitigno friulane o venete. Fino alle bollicine nostrane per i brindisi. Dolce o salato, rosso o bianco: a ciascuno il suo dono. Possono essere regali classici, come la confezione di vino toscano o il cestino di delizie gastronomiche, oppure sofisticati, legati all’Italia dei prodotti dop. Tutti da scoprire, dal culatello di Zibello ai cru di olio extravergine.

Dall’enoteca il «potente» celebrato da Leonardo

Bere italiano è l’imperativo di queste feste, e ancor meglio regalare e bere vini italiani autoctoni, comunque tradizionali. Per l’aperitivo non può mancare uno degli italiani di successo, ovvero il Prosecco, da preferirsi nella versione doc di Conegliano e Valdobbiadene, come il Rustico interpretato da Primo Franco (a 7 euro in molte enoteche, tel. 0423/972.051, www.ninofranco.it).
Un regalo da scartare subito per abbinarlo agli antipasti del pranzo di Natale è la Vernaccia di San Gimignano Dogc nella versione di Giovanni Panizzi (tel. 0577/941.575, a 8 euro la bottiglia la tipologia di base): è il più antico e classico dei bianchi toscani, e non può mancare sulla tavola. Per quanto riguarda i rossi la scelta può ricadere su un classico tra i classici, che nasce in una delle più antiche aziende vitivinicole italiane, nel cuore di una zona di grande vocazione, vale a dire il Chianti Classico: il riserva Castello di Brolio (26 euro la bottiglia) prodotto da Ricasoli nell’omonimo castello.
Protagonista di uno dei più travolgenti successi degli ultimi anni il sagrantino, vitigno autoctono umbro, ha conquistato i consumatori di tutto il mondo grazie all'interpretazione di carattere internazionale di Arnaldo Caprai. Il suo Sagrantino di Montefalco, 25 anni, è una pietra miliare dell'enologia italica (a 55 euro la bottiglia, tel. 0742/378802, sito Internet: www.arnaldocaprai.it). La Valtellina è terra di vini «potenti e assai» come diceva Leonardo da Vinci, e il campione del carattere di questa terra bellissima stretta tra le vette delle Alpi Retiche è lo Sforzato «cinque stelle» della Nino Negri di Chiuro, un vino corposo e di grande complessità.
Dulcis in fundo, un emblema dello stile mediterraneo all'italiana, prodotto su una delle più belle isole del «Mare nostrum», il Passito di Pantelleria, come quello che viene dalla contrada Khamma, vinificato dal più fiero e celebre vi gnaiolo dell'isola, Salvatore Murana (tel. 0923/915.231, a 40 euro la bottiglia sullo scaffale).

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