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Corriere Della Sera

Francia, battaglia del vino «E’ un cibo o fa male?». I produttori: è un alimento. I medici: temiamo l’alcolismo. Polemica anche in Italia. Divisi gli esperti ... Arriva dalla Francia l’ultima querelle : il vino è il tema. La lobby dei vignaioli chiede che sia riconosciuto come alimento scatenando la reazione dei medici che contestano un «libro bianco» presentato da cinque parlamentari al ministro Jean-Pierre Raffarin dove si chiede di rivedere la legge Evin, proibizionista e superata, in materia di consumi e pubblicità. La Francia, come già ha fatto la Spagna, un anno fa, ambisce dunque a considerare il vino come alimento e non come sostanza alcolica. Questo il motivo che ha urtato la suscettibilità dei medici decisi a ribadire la responsabilità dell’abuso d’alcol per circa 40 mila morti: «Assimilare il vino al cibo è pura mistificazione scientifica», dicono. I bene informati sostengono tuttavia che la vera anima di questa polemica è la feroce crisi che attanaglia il mercato francese, in particolare una delle zone più note al mondo, il Bordeaux. Ci sarebbero, nelle cantine, giacenze di invenduto per almeno due anni. E il consumo individuale è diminuito del 42 per cento dal 1960 al 2002. L’eco della polemica è arrivata in Italia dove da tempo sono riconosciuti i benefici di un moderato consumo di vino. Nessun dubbio sul vino come alimento. «Anzi - sostiene Gino Veronelli - un alimento che dà piacere... La verità è che i francesi sono in difesa, la loro crisi potrebbe in qualche modo riguardare anche noi. La globalizzazione ha rivoluzionato il mercato». La crociata dei cinque parlamentari tenderebbe dunque a coprire aspetti ben più gravi della vita dei vignerons transalpini. Di mezzo ci si mettono pure i medici negando anche gli effetti benefici sul cuore di quei due bicchieri al giorno consentiti. «Come in tutte le cose - sostiene Michele Carruba, farmacologo e nutrizionista - è la dose che può creare problemi. Certe sostanze possono salvare la vita così come, se assunte in eccesso, toglierla. Il vino è un alimento, sono riconosciute le sue qualità non soltanto di antiossidante». Chi se ne è fatto una ragione è il ricercatore milanese Alberto Bertelli, suoi gli studi sui benefici del resveratrolo , sostanza contenuta nel rosso. Stregato al punto da gestire con successo una tenuta a Costigliole d’Asti, dove produce Barbera, Cabernet sauvignon e Chardonnay.
Michel Reynaud, psichiatra all’ospedale Paul-Brousse a Villejuif, se la cava abilmente: «La moderazione è la strada, ognuno deve crearsi la sua regola». Secondo Ezio Rivella, enologo e presidente dell’Unione italiana vini, repressione e proibizionismo «non servono a niente, occorre invece insegnare educazione al buon bere e al consumo responsabile. Si dovrebbe partire dalla scuola con la cultura del gusto. Reprimere spinge alla trasgressione, la gente deve essere convinta. Il vino di qualità aiuta a vivere meglio».
Difficile credere il contrario quando, in questi giorni, arriva in Italia, proprio dalla Francia, a tiratura limitata, l’ultimo nato di un’importante maison di champagne . Per la seconda volta nella sua storia Dom Perignon presenta il jeroboam , tre litri, annata ’95, 500 esemplari in tutto il mondo, creazione dello chef de cave Richard Geoffroy, noto per la sua esasperata ricerca della sublimazione del gusto. Contraddizioni molto francesi. Più possibilista Alessandro Regoli, direttore di Winenews , sito Internet del vino: «I parlamentari transalpini ancora una volta dimostrano più cultura. Perché non fare un libro bianco anche da noi? Una occasione per svelare una giusta politica sanitaria pubblica sugli effetti positivi del vino, una corretta informazione ai giovani e una promozione mirata sui mercati esteri». C’è da pensarci per un Paese che ha un consumo medio annuo per abitante di 58 litri.

Gli effetti

I benefici - Se assunto in dosi moderate, il vino produce effetti benefici sull’organismo. Grazie a sostanze naturali come il resveratrolo e i polifenoli , provoca una leggera dilatazione dei vasi sanguigni allontanando il rischio di infarto, riduce il colesterolo nel sangue e sembra pure che rallenti lo sviluppo dei radicali liberi, le molecole responsabili dell’invecchiamento. Una recente ricerca del Centro epidemiologico di Copenaghen, inoltre, ha dimostrato che una moderata quantità di alcol aumenta la fertilità delle donne.

I rischi - Ma c’è anche un’altra faccia della medaglia. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’abuso di alcol è la causa del 10% di tutte le malattie, del 10% dei tumori, del 63% delle cirrosi epatiche, del 41% degli omicidi e del 45% degli incidenti stradali. Inoltre crea gravi danni al cervello, diminuisce la capacità di memorizzazione e provoca una forte dipendenza, pari a quella data dagli stupefacenti.

La dose giornaliera consigliata dai medici: 2 bicchieri

Un bicchiere a pasto, due al giorno. Questa la quantità massima di vino consigliata dai medici. Una dose che permette di approfittare dei suoi effetti benefici sull’organismo senza incorrere in quelli deleteri. Secondo l’Istat ogni anno in Italia le morti a causa dell’alcol sono 40 mila, mentre gli alcolisti cronici sono oltre un milione.

La produzione

56 milioni - L’Italia è il primo produttore mondiale ... Con 56 milioni di ettolitri all’anno, il nostro Paese è il maggiore produttore mondiale di vino. Otto miliardi di euro il giro di affari, 810 mila le aziende. L’export è in media di 15 milioni di ettolitri all’anno. La regione dove la produzione è maggiore è la Sicilia (10 milioni di ettolitri). Poi Veneto, Puglia, Emilia Romagna.

55 milioni - La Francia è al secondo posto ... Anche se tradizionalmente considerata la patria del vino, la Francia è dietro all’Italia, seppur di poco, sia per quantità della produzione (55 milioni di ettolitri contro 56) sia per quota di presenza nei mercati esteri (23% contro 25). Al terzo posto si colloca la Spagna, che produce 36 milioni di ettolitri all’anno.

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