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Corriere Della Sera

Si normalizza anche in vigna. La vendemmia torna a tempi normali ... Si normalizza anche in vigna. La vendemmia torna a riappropriarsi di una temporalità che da almeno cinque anni ci aveva abituati all’«anticipata». E chi, della raccolta notturna ha fatto un vanto e una peculiarità per i propri vini, oggi prende atto di questo ritardo. «Non eravamo più abituati, dopo anni di siccità», osserva Giacomo Rallo di Donnafugata, in Sicilia. Sotto i riflettori, in vigna, i vendemmiatori hanno lavorato la settimana che ha preceduto Ferragosto. Normalmente i grappoli di Chardonnay erano raccolti a inizio agosto. Questo non pregiudica gli osservatori, secondo i quali la raccolta delle uve a bacca bianca sarà «abbondante, determinata da condizioni climatiche buone, con piogge meglio distribuite rispetto alle ultime stagioni». Quantità e qualità, è noto, non vanno d’accordo e quest’anno la crescita vegetativa molto ricca ha obbligato i vignaioli italiani a un diradamento robusto. Per altre ragioni, «politiche» questa volta, nel Bordeaux, i vigneron hanno accettato mal volentieri la drastica riduzione di un terzo delle rese per ettaro. Il tentativo è la riconquista di una credibilità che negli ultimi anni ha perso colpi. E alla crisi perdurante dei grandi chateau, segnata dal crollo delle esportazioni, ora si aggiunge il taglio alla produzione imposto dalle autorità di controllo che rischia di ridurre sul lastrico le etichette più piccole. In Friuli invece, Andrea Felluga, usa l’aggettivo «equilibrata», ma incrocia le dita sperando nelle condizioni metereologiche: «Se manterranno l’andamento attuale potremmo avere davvero una eccellente annata». Di fatto Colli orientali e Collio sono pigramente in attesa del giorno giusto per puntare verso i filari. Alla Livio Felluga di Brazzano di Cormons è quasi deciso: si partirà il dieci settembre con Pinot grigio e Sauvignon. In Franciacorta grande paura per la grandine che tuttavia ha lambito i vigneti delle cantine più conosciute. C’è grande attesa per l’inaugurazione della cave di Monte Rossa a Bornato. Emanuele Rabotti ha operato una scelta tutta in favore delle bollicine. Stop alla produzione di vini fermi, grande attenzione alle cuvée base per l’azienda che produce soltanto 250 mila bottiglie ma di grande eleganza e bontà. L’investimento ha richiesto due milioni di euro e due anni di lavoro. In cantina tutto avverrà per caduta, le presse utilizzate saranno le Coquard, tra le migliori al mondo, e l’uso dell’Enolift consentirà al vino di essere trasportato ai vari livelli senza l’impiego di pompe. «Un tempo i travasi avvenivano a mano - dice Rabotti - e qui a Monte Rossa non ci siamo dimenticati della saggezza dei vecchi vignaioli portando però l’innovazione tecnologica». Monte Rossa ha anticipato l’inaugurazione della nuova cantina di Ca’ del Bosco, pronta a febbraio, ma Maurizio Zanella gongola: «Dopo un paio d’anni negativi, ci aspettiamo molto da questa vendemmia». Contadi Castaldi ad Adro ha superato il problema della carenza di raccoglitori invitando, in stage, giovani provenienti da Istituti di ricerca vitivinicola di tutta Europa. La raccolta dei grappoli di Chardonnay è iniziata ieri sotto la guida dell’enologo Mario Falcetti. Sempre in tema di cantine e vendemmia attenzione suscita quella della Tenuta il Borro a San Giustino Valdarno dal ’93 di proprietà della famiglia Ferragamo. La dimora storica che è stata del Duca Amedeo d’Aosta dispone ora di 40 ettari curati dall’enologo Nicolò D’Afflitto. Dalle seimila bottiglie prodotte nel ’99 con la nuova cantina il traguardo è a quota duecentomila.

In Lombardia - «Il Rosé sarà una rivelazione»

«Una stagione regolare per la vigna», così Emanuele Rabotti di Monte Rossa, interpreta il momento di raccolta delle uve in Franciacorta. La vendemmia dello Chardonnay ha già avuto il suo avvio, «mentre - sostiene il produttore - la maturazione delle uve di Pinot nero è in ritardo e ci obbliga a pazientare ancora. Complessivamente la qualità è buona, le uve si presentano sane e i valori delle rese rientrano nella norma». Le 250 mila bottiglie prodotte sono il frutto di 50 ettari di vigna, di cui 15 di proprietà. Il Cabochon resta l’etichetta di punta dell’azienda di Bornato anche se il Rosé, 40 per cento Pinot nero e 60 Chardonnay, dovrebbe essere la rivelazione del prossimo anno.

In Friuli - «Una bottiglia che dura 10 anni»

«Equilibrata», così Elda Felluga, presidente del Movimento turismo del vino del Friuli Venezia Giulia, definisce la vendemmia che la sua azienda inizierà il dieci settembre. I vini dei Colli Orientali, che hanno fatto la notorietà del novantenne patriarca Livio Felluga, potrebbero, con il Collio, davvero rivelarsi la sorpresa vincente della raccolta 2004. Il «Terre Alte», realizzato con Tocai friulano, Pinot bianco e Sauvignon blanc, dopo una serie di stagioni precoci, potrà tornare ad esprime tutte quelle caratteristiche che ne hanno fatto la sua fortuna. «In particolare vivace acidità e bell’equilibrio - afferma Elda Felluga - consentendo a questa bottiglia di mantenere la sua eleganza per circa dieci anni». Una «tammurriata» contro il termovalorizzatore di Acerra. E’ quantomai originale e tutta napoletana l’ultima trovata escogitata dagli abitanti della zona per protestare contro la costruzione del nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti nella città campana. I manifestanti hanno infatti deciso di chiamare a raccolta un gruppo di musicisti della «tammorra», schierandoli contro la costruzione dell’inceneritore. E per questa sera, in località Pantano, è prevista una «tammurriata» collettiva dai numeri imponenti: oltre ai cinquanta percussionisti, anche duecento ballerini manifesteranno contro l’impianto in progettazione.

In Sicilia - «Quella raccolta sotto le stelle»

La crescita di Donnafugata, prestigiosa tenuta siciliana, è andata di pari passo con la spettacolare vendemmia notturna che ne ha caratterizzato gli ultimi cinque anni. Voluta da Vincenzo Bambina, enologo di qualche stagione fa, difesa dal patriarca Giacomo Rallo, la vendemmia «anticipata» sotto le stelle, quest’anno ha posticipato la piacevole abitudine. «Vero, non eravamo più abituati - dice Giacomo Rallo - L’annata è in ritardo e ci ha obbligati a raccogliere i grappoli di Chardonnay qualche giorno prima di Ferragosto. Dopo anni di siccità questa normalità ci ha privato di qualche piacevole consuetudine. Per i prossimi giorni la battuta ce la dà il clima».

In Toscana - «Notti fresche: vini più eleganti»

«Si faranno vini eleganti», questa è l’opinione di Lamberto Frescobaldi, responsabile della produzione della Marchesi de’ Frescobaldi. Notti fresche e temperate, secondo il produttore toscano, «hanno consentito la formazione di grappoli radi, con acidi saturi che lasciano prevedere buona struttura e concentrazione». Anche per la nota griffe toscana la raccolta delle uve a bacca bianca nella tenuta di Pomino è stata posticipata di due settimane rispetto allo scorso anno. «Una maggiore umidità e l’assenza di dannose anomalie meteorologiche, in questo momento», sono le caratteristiche nuove di questa vendemmia, sostiene il marchese.

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