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Corriere Della Sera

Vino e salute - La battaglia dell' alcol Alemanno blocca la campagna di Sirchia. Da Vinitaly la notizia del ritiro dell' opuscolo del ministro ... Vino, Benessere e Salute: parrebbe una tavola rotonda come tante, quella alla Fiera di Verona, con un di più semmai di strapaese desueto. Perché il bicchiere di rosso fino all' orlo, e che fa solo bene, è come il vino nel brodo. Richiama un' Italia svanita di povero e duro lavoro, quando il vino era ancora un nutrimento. Né mancheranno del resto tra il pubblico le giacche mai allacciate di quei veneti rubizzi che vagano con le sopracciglia alzate e appena seduti si aggiustano la pancia e ci troneggiano sopra, in attesa. E tutto sarebbe al suo posto, compresa la presenza del ministro Alemanno. Non fosse che nella tavola rotonda al Vinitaly compaiono anche i nomi del direttore del servizio della Polizia stradale e del ministro della Salute Sirchia. Proprio lui che ha già ridotto i fumatori allo stato archetipo dei carcerati mesti del film «I soliti ignoti»: in un cortile al freddo. E l' accostamento tra vino e salute, prende quindi un altro sapore. Appare la maniera in cui Vinitaly e Coldiretti mettono le mani avanti per parare le norme che si teme il ministro possa imporre anche al consumo di alcol. Già a marzo, sempre in Veneto, le parole del ministro hanno lasciato presagire la possibilità che venissero proibiti gli alcolici ai giovani menò che sedicenni. E in effetti poco meno della metà dei 900 mila consumatori sotto quell' età paiono abusare nell' ordine di birra, vino, aperitivi, amari. Non è un bene. Ma Sirchia, intemerato, potrebbe non limitarsi a far cantare in tv a fine aprile da un gruppo di teen ager lo slogan: «Amici ma non dell' alcol». S' intravede qualche stop all' americana, da film, alla vendita di alcol ai minori. Con in più magari forse dell' altro: mettere sulle lattine e bottiglie avvertimenti simili a quelli che compaiono già sui pacchetti di sigarette. Il proibizionismo non può dirsi soluzione efficace neppure per le droghe; e c' è da dubitare che funzioni per gli alcolici. Dovessero fissarsi simili divieti così americanizzanti si rischia l' effetto opposto: di vedere i ragazzini girare per strada coi sacchetti di carta gialla per nascondere le bottiglie come nei film americani. Ma soprattutto ci sarebbe da vedersi rovinato dagli avvisi di incidenti o malattie, come per il fumo, un piacere che per i più si accompagna tra l' altro a dei consumi moderati. E resta strano pensare che un bevitore di Verdicchio rischi tra un po' , e in Italia, di sentirsi, come già accade a un fumatore di toscani, in uno stato di peccato. Tormentato dai malauguri se sceglie vizi italianissimi; e invece indisturbato se mastica gomma americana o beve Cola dolciastra. Quei due o tremila euro all' ettaro che frutta un ettaro di vigna non sono molti. Eppure i 19 milioni di ettolitri di vino in Italia fanno quasi due miliardi di euro, e per quanto sia esecrato pure il piacere di fumare genera i suoi 170 mila occupati nella filiera del tabacco. E soprattutto, vizio o piacere, certi consumi sono un pezzo d' Italia ... . Ripenso allo spettatore rurale che si rigira sulla sedia: mostrerà un dieci anni in più ed una pancia di proporzioni buddiche: ed il peccatore magari consumerà pure vino e toscani. Ma a me resta così italianamente simpatico. Intanto arriva la notizia che Sirchia si scusa di non poter essere a Verona. Ammetto un respiro di sollievo: sentenza rimandata. Anzi meglio. Alemanno dichiarerà poi di aver ottenuto il ritiro di un opuscolo della campagna anti alcolica di Sirchia: almeno per questa legislatura la minaccia è forse sventata.

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