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Corriere Della Sera

Una strana coppia dietro il fenomeno Sagrantino... Il Viticoltore e il Professore. C' era una volta un piccolo acino di nome Sagrantino. «Con te si fa solo il passito, che ne sai dei grandi vini secchi», gli dicevano i contadini. Un giorno la sua vita cambiò. Quando riceve la telefonata Marco Caprai è a colloquio con un cliente venuto dagli Stati Uniti per saperne di più sul fenomeno umbro. Italian dream. Il sogno di Caprai si chiama Sagrantino, è il vitigno autoctono di Montefalco, che l' azienda di famiglia coltiva dal 1971 e che alla fine degli anni ' 80 ha iniziato la sua scalata internazionale. «All' epoca dirigevo il Consorzio di tutela di Montefalco - racconta Caprai -e cercavo qualcuno che mi aiutasse nella selezione dei cloni. In Umbria non vollero saperne e mi rivolsi altrove». La storia vuole che di lì a poco un professore di Viticoltura dell' Università di Milano capitasse a Montefalco, conoscesse il giovane imprenditore e in un tiepido pomeriggio di fine estate si innamorasse del piccolo Sagrantino. «Fu un colpo di fulmine - ricorda prof. Leonardo Valenti -. Avevo davanti un vitigno che per dimensioni, tannicità e maturazione era un fuoriclasse, ricco di polifenoli, buon accumulatore di zuccheri, ottima struttura olfattiva. Con queste caratteristiche si poteva andare lontano, costruimmo il rapporto di cooperazione in pochi mesi. Quindici anni dopo, il Sagrantino è apprezzato in tutto il mondo e in Italia le regioni del Sangiovese, Marche e Toscana, chiedono l' autorizzazione a inserirlo tra i vitigni idonei ai loro territori». Oggi l' azienda Caprai conta 160 ettari coltivati a vigneto, impiega fino a cento persone, vince il titolo di «Cantina dell' anno 2006». Da dove sia arrivato, il piccolo Sagrantino, difficile sapere. C' è chi dice che Plinio il Vecchio già lo conoscesse, che sia giunto su navi saracene, che qualche penitente l' abbia portato dal lontano Oriente. All' Università di Milano i ricercatori setacciano le banche dati genetiche internazionali. «Ma non se ne trova uno uguale». (arretrato dell'11 gennaio 2005)

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