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Corriere Della Sera

E l’olio del Chianti lancia la sfida alla Venere del Botticelli...
Un milione di cartoline vendute in un anno: prima di leggere i saluti, chi le riceve ammirerà la Venere di Botticelli, il Putto musicante del Rosso Fiorentino oppure l’Autoritratto di Raffaello, il piccolo Giovanni de’ Medici con il passerotto del Bronzino, la Flora di Tiziano, insomma uno dei capolavori in mostra agli Uffizi. Il bookshop della più importante galleria di Firenze vede passare un milione e mezzo di visitatori l’anno, una massa di persone che pone gli Uffizi al terzo posto nella classifica delle mete storiche più ambite d’Italia, dopo il Colosseo e Pompei, e buona parte degli ospiti si ferma per assicurarsi un oggetto simbolico. Dalle cartoline ai segnalibri, dalle matite e penne ai tatuaggi con la Primavera del Botticelli o la Medusa del Caravaggio. E poi taccuini, orologi con il David di Michelangelo (che si trova alla galleria dell’Accademia), calendari, guide per adulti e bambini, oltre ai diecimila volumi di storia dell’arte in numerose lingue: il tutto per un fatturato di quattro milioni di euro l’anno.
Ma il negozio degli Uffizi punta anche ai prodotti di lusso. Come i foulard e le magliette di Ferragamo con disegni ispirati ai capolavori o le riproduzioni di oggetti preziosi raffigurati nei quadri. Esempi, la collana di perle della granduchessa Eleonora (1.400 ), il centrotavola in pietra dura (4.000 ), le porcellane Ginori, i mosaici d’autore.
Questo gran bazar delle meraviglie è gestito da una società formata da sei aziende, che prende il nome dalla capofila Giunti Editore. La concessionaria dà lavoro fisso a 60 persone che si occupano anche di prenotazioni, biglietti, controlli agli ingressi. È questa azienda ad aver stipulato un accordo con la Buonitalia, la società che, per il ministero delle Politiche agricole, si occupa della valorizzazione dei prodotti agricoli nazionali. «Ritengo opportuno che tra i prodotti della cultura italiana siano messi in evidenza i valori della nostra terra» commenta il direttore della Galleria degli Uffizi Antonio Paolucci. Dentro il museo, dunque, si venderanno presto (sono in corso le ultime pratiche fiscali) anche il vino e l’olio di oliva che rendono celebre la tavola toscana nel mondo. «Intendiamo organizzare su larga scala la conoscenza sperimentale dell’eccellenza - spiega Peter Gladwell di Buonitalia -. Le difficoltà che incontriamo sono soprattutto di natura ambientale. Per esempio in ambienti come la Galleria Borghese si devono studiare spazi più complessi di quelli, ampi, disponibili agli Uffizi. Comunque andiamo avanti».
Una grande sala, con complesse scaffalature e buona illuminazione, vede già allineato il ricchissimo campionario di bottiglie rosso cupo, rubino, giallo oro. La maggior parte delle etichette rimanda ai vari Chianti, al Vino Nobile, al Brunello, alle marche classiche dei Frescobaldi o degli Antinori. Ma la sala delle raffinatezze del palato potrà arricchirsi presto di molti altri richiami, visto che Buonitalia ha catalogato 152 prodotti alimentari e 336 vini doc.

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