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Corriere Della Sera

Slow Food - Patto bipartisan: tre atenei sul cibo ... «Buono, pulito, giusto». Sul manifesto ideologico (e titolo del suo ultimo libro), Carlin Petrini non transige. «Quanto ai progetti futuri - dice - il dialogo è a 360 gradi. Non c’interessa il colore politico di chi li condivide, ma l’intesa sui contenuti». Il guru-fondatore di Slow Food, insomma, sta mettendo in cantiere nuove iniziative culturali con partner diversi: Dino De Poli, mecenate trevigiano, ex deputato Dc, presidente della Fondazione Cassamarca, e Claudio Burlando, diessino, presidente della Regione Liguria. In sintesi, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, inaugurata nel maggio del 2004, rilancia con altre sedi, oltre a quella distaccata di Colorno (Parma). Maglione rosa-salmone, sciarpa rossa, il cinquantasettenne Carlin, tendenze (mai tradite) di sinistra, parla dal divano del suo ufficio di Bra, con la soddisfazione che brilla negli occhi. Dunque, si raddoppia, si triplica. Dove? «Per cominciare, in Veneto - risponde -. A Ca’ Tron (Treviso), nell’azienda agricola della Fondazione Cassamarca, un gioiello di mille ettari. Siamo a buon punto con l’analisi dei costi; contiamo di aprire, nel 2008, la facoltà di Agro-ecologia contadina, che dovrà costituire il polo di ricerca di questa materia, in linea con la nostra filosofia e il carattere multidisciplinare dell’Università. A Pollenzo, infatti, non si sfornano chef, ma una serie di figure inserite nell’universo gastronomico contemporaneo. Si spazia dall’educazione, alla gestione, alla comunicazione, all’organizzazione di eventi e di filiere». «Con De Poli - confida - subito è scattato il feeling. Burlando? Ci siamo incontrati nei giorni scorsi a Genova. Abbiamo trovato un accordo di massima. In altre parole, una struttura già individuata nell’area del Porto Antico potrebbe diventare la sede della Laurea magistrale dell’Università. Ossia il luogo dove svolgere i corsi biennali di specializzazione, post triennio. Inoltre, nella stessa sede può nascere il centro-studi sulle tematiche della pesca e dell’ambiente». La formula di collaborazione tra i partner prevede che De Poli e Burlando mettano a disposizione i contenitori, e che Slow Food-Università si occupi dei contenuti. Fin qui (e finora) l’Italia. Ma in ballo c’è anche un progetto straniero. L’idea è venuta a Shigemi Hara, giapponese, neodiplomato al Master di Scienze Gastronomiche a Colorno, che ha centrato la sua tesi sul tema: l’avvio di Unisg Asia, ovvero una sede dell’Università in Giappone. I contatti sono cominciati con un viaggio a Kyoto, dove una delegazione italiana ha preso contatti con diplomatici, autorità politiche, addetti ai lavori del settore gastronomico. «Ho sempre pensato in grande», ammette Carlin, vent’anni dedicati alla causa , mentre si appresta a lasciare la presidenza italiana dell’Associazione (Arcigola, diventata poi Slow Food, Università, Terra Madre e tutto il resto), fondata nel 1986. Manterrà le cariche internazionali. Ma guru si è. Non ci sono dimissioni che tengano.

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