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Corriere Della Sera

Alcol e ragazzi: troppi interessi contro i divieti? ... Passa il no alle vendite in autostrada, ma il consumo resta consentito anche ai minorenni... Il motivo ufficiale per cui i provvedimenti sugli alcolici (vendita ai minorenni e nelle autostrade), pur largamente condivisi dall’opinione pubblica, sono stati stralciati dalla Legge Finanziaria è, testualmente, che si trattava di una disposizione “di carattere ordinamentale e organizzatorio che non comporta effetti finanziari ne concorre in via strumentale ai fini della manovra di bilancio. Allora come mai li avevano inseriti? Sostenere che tale provvedimento non comporti effetti finanziari sullo Stato significa non avere nemmeno l’idea del peso che tali problemi hanno sull’economia del Paese. Per non parlare della sofferenza umana. In Italia gli unici interessi economici cui i nostri politici prestano attenzione sembrano essere quelli delle potenti lobbies dei produttori e distributori dell’alcol.
Alessandro Sbarbada

Capisco la sua posizione, ma penso anch’io che le norme sugli alcolici non c’entrassero con una legge finanziaria. Tutte le leggi hanno anche effetti economici, ma non per questo devono entrare tutte in un unico provvedimento. In ogni caso il problema è stato parzialmente superato, visto che è gia stata reintrodotta per decreto la norma che estende alle 24 ore il divieto di vendere alcolici sulle autostrade, un provvedimento che ci appare di buon senso e che abbiamo in passato reclamato e sostenuto. Ci spiace invece che sia scomparso, almeno per ora, l’innalzamento da 16 a 18 anni del divieto di vendita degli alcolici (e l’aumento delle relative multe) nel momento in cui le statistiche segnalano un forte incremento del consumo di alcol fra i giovanissimi. Contro questo provvedimento, che certamente non risolve da solo il problema, ma che può avere un peso sulle abitudini dei giovani, si sono effettivamente levate voci e tesi discutibili. C’è chi ha parlato, a mio parere a sproposito, di proibizionismo e repressione. C’è chi ha avanzato il sospetto che si vogliano favorire i Paesi non produttori di vino (ma non mi pare che la birra sia esclusa). C’è chi si è spinto a sostenere che non si può proibire una bevanda salutare come il vino (proponiamo allora che venga introdotto nelle mense scolastiche...). E c’è naturalmente chi dice che i baristi non possono mettersi a controllare tutti (nei bar americani a chiunque abbia un aspetto “giovanile” viene richiesto un documento). Argomenti largamente contestabili, ma che sono bastati a fermare il provvedimento...
Riccardo Renzi
(arretrato de Il Corriere della Sera del 22 ottobre 2006) 

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